Assalto dei migranti all’Italia: altri 43 sbarcano in Puglia. E Lamorgese aspetta «solidarietà» dall’Ue
Non si arrestano gli sbarchi di migranti sulle coste italiane. Dopo i 197 arrivati a Lampedusa tra ieri sera e stamattina, che si aggiungono ai 360 arrivati ieri, oggi si è registrato un nuovo sbarco, stavolta in Puglia, nel Leccese. In 43 sono giunti a Gagliano del Capo, nella suggestiva insenatura de Il Ciolo, per poi essere guidati fino a Santa Maria di Leuca. Si tratta di iraniani, pakistani, afghani e siriani. Tra loro vi sono 8 minori e solo due donne.
Lo sbarco di migranti in Puglia
Secondo quanto riferito dai soccorritori, i migranti sono tutti in buone condizioni generali e sono stati trasferiti nel centro di prima accoglienza “Don Tonino Bello” di Otranto, mentre gli inquirenti indagano per risalire all’identità degli scafisti. Il nuovo sbarco conferma la ripresa incessante degli approdi di migranti sulle nostre coste, un fenomeno che è destinato a farsi sempre più grave con il miglioramento delle condizioni meteo.
La Lamorgese spera ancora nell’aiuto dell’Ue
Il governo però continua a gingillarsi nell’idea di un soccorso europeo. O, per dirla con le parole utilizzate dal ministro dell’Interno Luciana Lamorgese in un’intervista al Messaggero di oggi, «di una strategia comune» all’insegna della «solidarietà». «Per la gestione dei flussi migratori è indispensabile una strategia comune da parte dell’Europa», ha ripetuto la titolare del Viminale, rispondendo a una domanda su quale politica il nostro Paese adotterà di fronte al fatto che «con l’arrivo della bella stagione ricominceranno gli sbarchi di immigrati in maniera più massiccia». La stessa Lamorgese, però, dopo aver messo avanti l’Ue ha chiarito che «nella complessa trattativa sul Patto europeo Migrazione e Asilo, alcuni Stati membri si oppongono ad ogni forma di relocation obbligatoria. Ne ho parlato a Parigi, con il ministro Darmanin, e presto incontrerò il collega tedesco Seehofer».
Il «risultato molto significativo» del Viminale
Dunque, dopo anni di discussioni, siamo ancora alle chiacchiere. E l’unico «risultato molto significativo» che può vantare la Lamorgese è la sottoscrizione di un documento comune da parte dei Paesi del Med5: Cipro, Grecia, Italia, Malta e Spagna. Vale a dire quelli che maggiormente soffrono il problema dell’immigrazione clandestina. Nel documento, ha spiegato il ministro dell’Interno al Messaggero, «vengono fissati due paletti irrinunciabili: il principio di solidarietà e di equa ripartizione delle responsabilità; e la necessità di istituire un meccanismo europeo gestito a livello centrale per facilitare i rimpatri su richiesta degli Stati membri». La solita solfa, insomma, che allo stato attuale non sembra aver ottenuto riscontri pratici.