Bersani vuole fare un’altra Cosa di sinistra. E ammazzare definitivamente il Pd
«Entrare nel Pd ora? Letta ha già abbastanza problemi». No, per ora non ha intenzione di rientrare Pier Luigi Bersani. Ma naturalmente dispensa consigli a Enrico Letta. E lo fa in un’intervista a Repubblica. Dove chiede di rifare daccapo il centrosinistra. «Prendiamola da fuori – dice – usciamo dalla solita cerchia, apriamoci al mondo esterno, se vogliamo vincere. Perché ora, ne sono convinto, si può vincere».
Bersani sogna una nuova Cosa di sinistra
In che modo? «Apriamoci – aggiunge Bersani – Organizziamo assieme un percorso di partecipazione che coinvolga mondo del lavoro, associazioni, mondo della cultura, esperienze giovanili… Articolo Uno ha fatto avere a tutti, partiti e altri soggetti, qualche idea per quella discussione». Una nuova Cosa di sinistra, l’ennesima nostalgia dell’Ulivo. Insomma, qualcosa che assomiglia all’Ulivo? Chiede a Bersani Repubblica. «Solo nella capacità di dare orizzonti a una sinistra ampia e plurale – risponde Bersani – fatta non solo di politica, ma anche di società».
Il Pd divora i suoi leader
Un altro passaggio Bersani lo dedica al Pd che divora i suoi leader. Proprio come è capitato allo stesso Bersani. «Quando ti dicono “sono d’accordo” e poi, per darti uno schiaffo, mettono a rischio la presidenza della Repubblica, per me non c’è altra strada che lasciare. In altre culture uno sarebbe rimasto a sfidare i 101, ma questo avrebbe fatto a pezzi il partito. Il caso di Zingaretti però è diverso, le sue dimissioni sono arrivate dopo un lungo stillicidio».
La sinistra tra utopia e realtà
Niente di nuovo quindi. La sinistra sogna sempre progetti di ampio respiro, predica sempre di aprirsi alla società salvo poi ripiegarsi sulle proprie utopie. Restando distante dalla realtà e dalla gente, dai problemi che i lavoratori sentono e che le famiglie devono sopportare. E ciò nella migliore delle ipotesi. Nella peggiore tentano la carta dell’umanitarismo strumentale. Tipo proporre lo ius soli per rimpiazzare con i voti degli immigrati quelli che ad ogni elezione vengono meno. O, ancora, fanno la guerra ai fantasmi. Rispolverando l’antifascismo di maniera. Sempre la solita fuffa, al di là dei nomi nuovi che gli si vorranno dare.