Cacciari asfalta il Pd: «Non sa che pesci prendere. Oltre il ridicolo pure sulle donne ministre»
Non è questione di «quando», ma di «come» si farà il congresso. «Non è tanto il problema del giorno, ma di ciò che si vorrà proporre e mi sembra che al momento il Pd non abbia le idee chiare. La crisi ha dimostrato che non sa che pesci prendere». A parlare è Massimo Cacciari, che non smentisce la sua fama di bastan contrario. Nel caso del Pd, tuttavia, ha ragione da vendere. Il partito di Zingaretti appare come stordito dall’esito della crisi di governo culminata nell’avvicendamento Conte-Draghi. Il Pd ha sostenuto e sostiene l’uno e l’altro. Ma sempre senza esplicitare mai una vera linea politica.
Cacciari è stato sindaco di Venezia
Esattamente quel che ora denuncia il filosofo, già sindaco di Venezia. «È importante – aggiunge infatti Cacciari che prima di fare il congresso il Pd sappia se intende farlo in maniera coinvolgente e aperta». Magari apertissima, come vorrebbe lui. «Anche a forze esterne al partito e dando spazio alle sue correnti, in modo tale che possano esprimersi con nettezza e senza ipocrisia». Quello che non fa mistero di temere è l’ennesima operazione di facciata. «Se si vuole fare il congresso – incalza – si deve prima capire se fare le cose seriamente oppure servirsi di uno spolverino e non cambiare di fatto nulla».
«No ad un congresso di facciata»
Cacciari non fa sconti al suo partito (se non altro, come probabile elettore) neppure sul problema della rappresentanza femminile. Una vicenda esplosa in tutta la sua virulenza con il varo del governo Draghi: tre ministri, tutti uomini. E ora il filosofo infila impietosamente il dito nella piaga ancora aperta. «Facciano come vogliono», premette rivolgendosi alla dirigenza dem. Per poi aggiungere: «È semplicemente ridicolo che, nella composizione del governo, si siano dimenticati di loro come ministre e che poi, quando se ne sono accorti, abbiano pensato di rimediare con le nomine a sottosegretarie». Forse, persino patetico.