Covid, 23.839 nuovi contagi e 380 morti. Ricoveri in aumento. Figliuolo: in arrivo altri 2,8 milioni di vaccini
È un bollettino di guerra, quello dei contagi da coronavirus, che oggi lascia sul campo altri 380 morti. E che segnala 23.839 nuove infezioni registrate in Italia nelle ultime 24 ore, per un totale di 3.512.453. Dati comunicati in base alle rilevazioni della Protezione Civile, che aggiornano il drammatico elenco della tabella pubblicata sul sito del ministero della Salute, alle 107.636 vittime dall’inizio dell’emergenza legata all’epidemia di Covid-19.
Covid, 23.839 nuovi contagi e 380 decessi
E che rende noto come nelle ultime 24 ore siano stati effettuati 357.154 tamponi. E rilevato un indice di positività attestato al 6,67%. I pazienti in terapia intensiva, infine, sono 3.635. 7 più di ieri nel saldo giornaliero tra nuove entrate e dimissioni. Mentre gli ingressi giornalieri in rianimazione, secondo i dati del ministero della Salute, sono 264 (a fronte dei 288 di ieri). Nei reparti ordinari risultano invece ricoverate 28.621 persone: un numera che segna un aumento di 149 unità rispetto a 24 ore fa.
Covid, Figliuolo: in arrivo altre 2,8 milioni di dosi
Intanto, dal fronte vaccinale, il generale Figliuolo in visita nell’hub di Messina, allestito per l’immunizzazione, aggiorna con buone notizie sui nuovi approvvigionamenti di fiale. «La prossima settimana, che va dal 29 marzo al 3 aprile –anticipa il generale – arriveranno oltre un milione di dosi Pfizer, oltre 500 mila dosi Moderna e oltre 1,3 milioni di AstraZeneca. E questo è il preludio ad aprile per avere nel mese un massiccio afflusso di dosi che permettono di utilizzare gli hub che stiamo andando a realizzare».
«Non esiste alcuna disparità tra le regioni»
Non solo. Sempre secondo il commissario nazionale per l’emergenza Covid, Francesco Paolo Figliuolo, in visita all’hub di Messina, «oggi abbiamo sul piatto undici milioni di dosi di vaccino. Ovviamente si stanno somministrando e di questo sono contento. Abbiamo superato delle ottime percentuali. Due giorni fa 245.000 mila, ieri 240.000», dice. Dati significativi che, conclude il generale, fanno riferimento a un punto fermo imprescindibile: «Non esiste alcuna disparità tra le regioni».