Dantedì: Fratelli d’Italia presenta tutte le iniziative per salvare l’italiano dall’esterofilia (video)
Difendere la lingua italiana dall’invasione dei vocaboli stranieri. Nel Dantedì, giornata nazionale dedicata a Dante Alighieri, Fratelli d’Italia rilancia la battaglia per la purezza della lingua con due pdl presentate oggi alla Camera. “Dante è autenticamente nostro, è autenticamente italiano, è autenticamente cristiano. Dante è il padre della nostra identità. Un’identità che vogliamo difendere, a partire dalla nostra lingua, il quarto idioma più studiato al mondo. Ma che l’Italia ancora non ha neanche riconosciuto come lingua ufficiale della Repubblica italiana”. Lo ha ricordato Giorgia Meloni, presidente di Fratelli d’Italia, in un video postato su Facebook.
“Così Fratelli d’Italia – ricorda la leader del partito – ha presentato una proposta di legge costituzionale e ha presentato una mozione per chiedere l’utilizzo esclusivo della nostra lingua negli atti del Parlamento, della Pubblica amministrazione, degli Enti locali. Onoriamo Dante e difendiamo insieme la nostra identità”.
Dantedì: Rampelli illustra le iniziative di Fratelli d’Italia
“Sembra incredibile – ha dichiarato il vice presidente della Camera Fabio Rampelli, illustrando la prima proposta che interviene sulla Costituzione – ma nella Costituzione manca la dichiarazione che l’italiano è la lingua ufficiale della Repubblica italiana. La nostra pdl costituzionale, si compone di due articoli: il primo interviene modificando l’articolo 6, lasciando inalterato il resto dell’articolo che prevede la tutela delle minoranze linguistiche e al quale, però, abbiamo aggiunto un riferimento alle lingue locali, ai dialetti, che rappresentano una ricchezza, degna di essere rappresentata e difesa”.
“Mi ha fatto molto piacere – ha aggiunto il deputato di FdI – che il presidente del Consiglio Mario Draghi, abbia detto di non capire perché si usino così tante parole inglesi nella lingua parlata e scritta. Secondo alcune stime, dal 2000 a oggi, il numero degli anglicismi confluiti nella lingua italiana, è aumentato del 773%. Parliamo di 9000 termini, presenti nel dizionario Treccani della lingua italiana. Esiste una previsione, forse allarmistica, secondo la quale entro 80 anni il livello di infiltrazione di lingue straniere nell’italiano, sarà così invasivo che raggiungerà un punto di non ritorno e nel nostro vocabolario ci saranno più parole estere che italiane”.
“C’è poi un’altra proposta – ha continuato Rampelli – per inserire nell’articolo 2 della Costituzione la prescrizione che la bandiera verde bianca e rossa, a tre bande verticali di uguale dimensione, sia la bandiera italiana, al pari dell’inno nazionale ‘Canto degli italiani’, non previsto, che citiamo sempre all’interno della proposta di revisione dell’articolo 2”.
“Depuriamo gli atti pubblici dai termini stranieri”
Secondo FdI occorre intervenire anche per “depurare” gli atti pubblici dall’esterofilia. Ha invitato quindi la pubblica amministrazione, partendo dai vertici, ossia dal Parlamento e dal governo, a tradurre, “ove possibile” i termini stranieri in italiano. “La legge ordinaria che abbiamo scritto – ha riferito Rampelli – si ispira alla legge analoga approvata in Francia nel 1994. Una norma che ha reso obbligatorio l’uso del francese nelle pubblicazioni del governo, nelle pubblicità, nei luoghi di lavoro, nei contratti, nei servizi, nell’insegnamento scolastico. Perfino ogni cartello pubblicitario contenente un termine straniero, deve avere la traduzione in francese”.
“Mettiamo a disposizione del Parlamento, della maggioranza e del governo le nostre proposte – ha concluso Rampelli – che non costano soldi. Non devono attingere al Recovery plan e per le quali non è necessario uno scostamento di bilancio. Sono gratis dal punto di vista finanziario e politico. Perché la tutela della lingua e dell’identità nazionale, fanno parte di un patrimonio comune”.
In occasione del Dantedì anche una proposta sul Tricolore
Rampelli osserva che “c’è una certa inflazione di queste terminologie nella pubblica amministrazione. Anche se questa non è l’unica ragione. Basti pensare a cinema e tv. Ma molto incide la componente burocratica in questa infiltrazione di parole che sono facilmente traducibili in italiano”.
Si tratta, per l’esponente Fdi, di “una china che sta portando a un imbarbarimento complessivo della nostra lingua. Secondo una previsione, speriamo pessimistica e allarmistica, entro 80 anni il livello di infiltrazione di altre lingue sarà talmente invasivo e pervasivo da far raggiungere il punto di non ritorno. Il che non vuol dire ovviamente che la lingua italiana si estinguerà e nessuno parlerà più italiano. Ma che nel nostro vocabolario i termini stranieri sovrasteranno i lemmi italiani”.
Mollicone: “La Rai abbia più rispetto della lingua italiana”
Sottolinea Federico Mollicone, deputato e responsabile del dipartimento cultura di Fdi: “Il Dantedì è simbolo dell’unitarietà della nazione italiana e per l’occasione abbiamo lanciato dalle pagine di Fdi una staffetta dantesca per rappresentare un simbolo di unità nazionale”.
Inoltre, “abbiamo diffuso una mozione in tutti i consigli regionali, comunali e municipali per la tutela della lingua italiana lì dove dovrebbe essere più tutelata. E cioè negli atti amministrativi, nelle delibere, nelle mozioni, negli ordini del giorno, negli interventi dei rappresentanti elettivi. Sembra scontato difendere la nostra meravigliosa lingua italiana, ma non lo è affatto”.
Mollicone annuncia inoltre, proprio in occasione del Dantedì, che presenterà “una mozione affinché nel contratto di servizio Rai, che sarà presto modificato, venga rispettata la lingua italiana anche nei ‘format’ tv e nei tg. La Rai è la prima azienda culturale d’Italia e ha sempre avuto queta funzione pedagogica ed educativa e sarebbe un bel segnale, che spero che si abbia un’ampia convergenza”. Il deputato fiorentino Giovanni Donzelli ha aggiunto che “sarebbe ipocrita parlare oggi di Dante calpestando per il resto dell’anno la lingua italiana. Ricordare Dante e poi calpestare la lingua italiana sarebbe un gesto ipocrita. Da fiorentino sento doppiamente questa responsabilità, perché Firenze ha esiliato Dante. Firenze dovrebbe invece riappacificarsi con la figura del sommo poeta, che ha esportato nel mondo la lingua, l’identità e la cultura dell’Italia”, ha concluso Donzelli.