Il Cts è ottimista: “Contagi in calo”. Ora Draghi pensa alla fine del lockdown già a metà aprile
I giornali di oggi parlano di una sconfitta di Matteo Salvini sul fronte del lockdown, stoppato da quella frase di Mario Draghi: “Contano solo i dati sui contagi”. In realtà, secondo quanto riportano le indiscrezioni di questa mattina, il premier non sarebbe affatto intenzionato a mantenere una linea dura sulla chiusura, anche alla luce dell’ottimismo dei tecnici. “La curva dei contagi è in discesa, ma non si può aprire tutto. L’estate sarà più libera”, dice oggi Silvio Brusaferro presidente dell’Istituto superiore di sanità, portavoce del Comitato tecnico scientifico (Cts) in una intervista al Corriere della Sera in cui spiega che “abbiamo guadagnato uno spazio per riaprire qualcosa ed è la scuola. Continuiamo così per guadagnare altri spazi”.
Il check out a metà aprile di Draghi sul lockdown
Niente zona gialla e solo zona arancione e rossa fino al 30 aprile. Ma con un check a metà mese per decidere se allentare prima le maglie della stretta anti-Covid. Sarebbe stato il premier Mario Draghi, a quanto apprende l’Adnkronos, dunque, a proporre in cabina di regia con le forze di maggioranza e i vertici del Cts una verifica dei dati e della situazione a metà del prossimo mese. Un monitoraggio attento dei numeri e della curva epidemiologica – la proposta del presidente del Consiglio – per decidere se tirare dritto fino a fine aprile con le zone gialle messe al bando e tutta Italia divisa tra rosso e arancione, oppure allentare prima le maglie della stretto.
Un’apertura arrivata dopo alcuni distinguo, soprattutto perplessità della Lega su una proroga delle misure che copra per intero il mese di aprile. Per evitare che il fronte tra ‘aperturisti’ e ‘rigoristi’ diventasse rovente, il premier avrebbe proposto il check a metà mese.
Al termine della conferenza stampa lo stesso presidente del Consiglio, ieri, aveva lasciato intendere che non sono affatto esclusi cambiamenti nelle prossime settimane. “Noi faremo un decreto sui dati disponibili oggi e continueremo a seguirli, io non escludo cambiamenti in corso – le sue parole -. La situazione è così complessa che va monitorata giorno per giorno, settimana per settimana”.
Il pressing di Salvini sul premier
Ma soprattutto, a conferenza stampa del premier in corso, Matteo Salvini aveva provveduto a mettere le cose in chiaro. “E’ impensabile tenere chiusa l’Italia anche per tutto il mese di aprile. Nel nome del buonsenso che lo contraddistingue – e soprattutto dei dati medici e scientifici – chiediamo al presidente Draghi che dal 7 aprile, almeno nelle regioni e nelle città con situazione sanitaria sotto controllo, si riaprano (ovviamente in sicurezza) le attività chiuse e si ritorni alla vita a partire da ristoranti, teatri, palestre, cinema, bar, oratori, negozi. Qualunque proposta in Consiglio dei Ministri e in parlamento avrà l’ok della Lega solo se prevederà un graduale e sicuro ritorno alla vita”, mette in chiaro il segretario leghista.
Parole, le sue, che non sembravano cogliere impreparato il premier, che, interpellato sulla stoccata di Salvini, risponde sicuro, accennando anche un sorriso: “Pensabile o impensabile dipende solo dai dati che vediamo. Dopo un anno di sofferenza si sa qualcosa di più sulle fonti di contagio, un anno di sofferenza ha mostrato che queste regole non sono campate per aria. E’ desiderabile riaprire, questo lo è anche per me, dopo di che quando, se e come dipende dai dati che abbiamo a disposizione”. Dati che a metà aprile, riferiscono fonti di governo, ci diranno se il governo tirerà dritto con la linea dura o anticiperà le aperture. i, in provincia di Agrigento.