È morto George Segal, lo sguardo beffardo su Hollywood che sfiorò l’Oscar e trionfò in tv
È morto George Segal, lo sguardo beffardo su Hollywood che sfiorò l’Oscar con Chi ha paura di Virginia Woolf e che trionfò in tv conquistando l’amore del pubblico casalingo con 8 stagioni di una famosa sitcom. Dunque, anche George Segal se ne va. L’attore è morto ieri a 87 anni. «La famiglia è devastata: questa mattina George Segal è morto a causa di complicazioni dovute a un intervento chirurgico di bypass», ha annunciato la moglie Sonia. Mi mancheranno il suo calore, il suo umorismo, il suo senso del cameratismo e la sua amicizia. Era una persona meravigliosa», ha dichiarato il suo manager di lunga data Abe Hoch.
È morto George Segal, lo sguardo beffardo sull’America
Nel corso della sua carriera, Segal ha recitato ha recitato in più di 50 film e con alcuni dei migliori registi degli anni ’60 e ’70, tra cui Robert Altman, Mike Nichols, Paul Mazursky e Sidney Lumet. L’attore è apparso in tutte e otto le stagioni della sitcom della Abc The Goldbergs. Nel suo periodo d’oro, ha recitato in Addio Braverman, Un tocco di classe, La pietra che scotta e Non rubare se non è strettamente necessario, Amori e disastri, Il rompiscatole, solo per citare alcuni dei titoli più famosi. In Italia aveva recitato nel 1968 diretto da Franco Brusati ne Il suo modo di fare, e nel 1992 in Un orso chiamato Arturo diretto da Sergio Martino.
I primi passi nei teatri off Broadway fino a Hollywood e alla tv
Ma, soprattutto, George Segal è stato il volto dell’intellettuale fragile. Del confidente leale. Del complice affidabile. Una sorta di americano medio con il guizzo del colto disorganico e lo sguardo critico su un’America volitiva ma sempliciotta. Lui, che prima di intraprendere l’attività di attore aveva frequentato la Columbia University e si era occupato di jazz. Che si è avvicinato a piccoli passi al mondo dello spettacolo, e che per arrivare a essere notato da Hollywood ha imboccato la via maestra – e colta – della gavetta teatrale off Broadway. George Segal esordisce con una piccola parte in Giorni senza fine (The Young Doctors, 1961), con Fredric March. Nello stesso anno, sempre con March, debutta a Broadway con Gideon, dopo aver fatto per anni spettacoli off-Broadway.
Quando sfiorò l’Oscar con “Chi ha paura di Virginia Woolf”
Sorriso beffardo e allour rassicurante, la Columbia Pictures comincia a lanciare Segal come interprete principale in Qualcuno da odiare (King Rat, 1965). Un trampolino di lancio grazie al quale ottiene in seguito il ruolo di un avita. La sua parte migliore: quella del giovane professore di biologia di Chi ha paura di Virginia Woolf? (Who’s Afraid of Virginia Woolf?, 1966). L’interpretazione che gli fa sfiorare l’Oscar, mancato a differenza della sua partner, Sandy Dennis, che interpretava la moglie ingenua. Furono entrambi candidati all’Oscar, e la Dennis lo vinse. Segal no. Schiacciati entrambi, comunque, dalle travolgenti e buffonesche performances di Elizabeth Taylor e Richard Burton.
L’incontro con Barbara Streisand
Al principio degli anni ’70 poi, è la tv ad accorgersi di lui e a investirlo di una serie di proposte. La più celebre, quella che sarebbe anni dopo, l’ha visto diventare la star di The Goldbergs. Ma è soprattutto negli anni Settanta che comincia la fase della sua vita e della sua carriera in cui Segal caratterizza il suo istrionismo e lega volto e caratterizzazione a una serie i personaggi graffianti e caustici quanto irresistibili e ironici. Non è un caso, infatti, se è proprio in questo periodo che le inclinazioni di Segal per la commedia leggera si evidenziano con chiarezza in Non si maltrattano così le signore (No Way to Treat a Lady, 1968) e, soprattutto, nella commedia. Un genere che dominerà sia in veste di attore principale che di co-protagonista di rango, interpretando Il gufo e la gattina (The Owl and the Pussycat) e Senza un filo di classe (Where’s Poppa?).
Le ultime interpretazioni
Non a caso, proprio secondo l’attore, Il gufo e la gattina rappresentò un’occasione importante, dal momento che recitava in coppia con Barbra Streisand, una cantante con un’immensa popolarità, alle prese con il suo primo film non musicale. Attrice che Segal rincontrerà a dirigerlo nel film del 1996 L’amore ha due facce. Dove il ruolo del dongiovanni cinico almeno quanto irresistibile, arriva alla sua massima definizione ed esaltazione. Il film in cui sguardo beffardo e istrionismo graffiante raggiungono l’apice della sua carriera. Una carriera che, anni dopo, si sarebbe chiusa con le ultime interpretazioni all’attivo: il film di Roland Emmerich 2012 e la commedia di Edward Zwick Amore & altri rimedi. Oggi l’addio: al cinema e ai suoi miti. Alla scena della vita di cui Segal è stato protagonista coerente e amato.