Elton John a testa bassa contro il Papa: «È da ipocriti non dare la benedizione alle coppie gay»
Chissà se tra le tante critiche seguite alla negata benedizione alle unioni gay il Vaticano aveva messo in conto quella di «ipocrisia» lanciata da Elton John. La pop-star vive da anni con un altro uomo, il regista canadese David Furnish. Stanno insieme dal 1993 e hanno due figli nati grazie alla maternità surrogata. Al mondo, insomma, un testimonial più d’eccezione di lui delle nozze omosessuali non ce n’è. Non stupisce, quindi, che abbia preso molto male il contenuto del Responsum della Congregazione per la Dottrina della Santa Sede in materia.
Elton John convive dal ’93 con un altro uomo
«Come può il Vaticano rifiutarsi di benedire i matrimoni gay perché “sono peccato” – ha tuittato -. Ma trarre felicemente un profitto dall’investire milioni in Rocketman, il film che celebra la mia scoperta della felicità nel matrimonio con David? Ipocrisia». Inutile rimarcare come il suo “cinguettio” sia presto diventato virale in tutto il mondo. Per far meglio capire il senso del suo tweet, Elton John ha allegato al suo post due articoli. Il primo contiene, appunto, la notizia del diniego della Congregazione per la Dottrina alla benedizioni delle nozze omosex. Il secondo, riporta una notizia del 2019, meno nota, secondo cui il Vaticano è diventato socio di Lapo Elkann con un fondo basato a Malta.
Paolo Brosio fuori dal coro: «Dio è Dio»
Tra le varie operazioni effettuate, tale fondo avrebbe investito quattro milioni per finanziare opere cinematografiche tra cui proprio il film Rocketman sulla vita di Elton John. Privilegia invece il paragone storico per affidarsi all’hastag nullacambia l’attore Alessandro Gassman, figlio del grande Vittorio. «Nel medioevo – si legge nel suo tweet -, gli omosessuali erano perseguitati dalla chiesa, e messi al rogo». Di «dottrina mortificante, discriminatoria e persecutoria verso i gay» parla invece Alessandro Cecchi Paone, che evoca addirittura il «Sant’Uffizio». Decisamente fuori dal coro la voce di Paolo Brosio, volto storico del Tg4. «Il Papa – ricorda – ha aperto le porte alla tutela giuridica per evitare che ci siano delle discriminazioni verso i gay. Però – conclude – Dio è Dio»