Eutanasia, la “cattolicissima” Spagna approva la legge. L’allarme: «Avremo i turisti della morte»
“Cattolicissima Spagna, adios”. Titola oggi Libero annunciando il via libera all’eutanasia da parte del Parlamento iberico. La legge, approvata ieri, prevede tra le altre cose, anche che un medico possa procurare la morte, pure a domicilio, solo in base alle volontà del malato, senza consultare i familiari.
La legge, che dovrebbe entrare in vigore entro giugno, è sta approvata con 202 voti favorevoli e 141 contrari del Partido Popular e dei sovranisti di Vox che hanno messo in guardia dal «turismo di fine vita», «che può spingere i più vulnerabili verso la morte». Contrario anche il Collegio dei Medici di Madrid, secondo il quale «si va contro l’essenza della medicina». Si tratta, nella fattispecie, del settimo Paese al mondo a imboccare questa direzione dopo Olanda, Belgio, Lussemburgo, Canada, Nuova Zelanda e Colombia.
Che cosa prevede la legge sulla eutanasia
Sarà possibile, a seconda delle condizioni di salute, sia auto-iniettarsi una sostanza letale sia riceverla dal personale sanitario. La legge contempla l’eutanasia per chi ha “una sofferenza fisica e psichica costante e intollerabile”. Come in Olanda, quindi, dove anche chi soffre di depressione, chi è diventato cieco, chi è affetto da malattie psichiatriche, può chiedere il ricorso all’iniezione letale. Come osserva Il Foglio, spicca la tempistica. La Spagna è da un anno fra i paesi più colpiti dalla pandemia. «C’era davvero bisogno di legiferare su un’ulteriore iniezione di morte, anche se “dolce” e “misericordiosa”, nella società?». Al momento la Spagna registra oltre 72mila morti per coronavirus, dall’inizio della pandemia.
La protesta dei Vescovi spagnoli
«Disgraziatamente si è trovata la soluzione di evitare la sofferenza, provocando la morte di chi soffre». Lo sottolinea il segretario generale della Conferenza episcopale spagnola, mons. Luis Argüello, dopo l’approvazione definitiva della legge sull’eutanasia.
«E’ drammatico – afferma in una dichiarazione riportata dal Sir – che in Spagna ogni anno ci siano 60mila persone che muoiono tra le sofferenze, potendo rimediare a questo con una politica adeguata di cure palliative. Però, per questo, pensiamo è il momento favorevole per favorire una cultura della vita e per fare passi concreti per promuovere un testamento biologico o dichiarazioni anticipate che consentano ai cittadini spagnoli di esprimere in modo chiaro e determinato il loro desiderio di ricevere cure palliative».
«Il desiderio di non essere oggetto dell’applicazione di questa legge sull’eutanasia – dice il segretario della Conferenza episcopale spagnola – è anche un momento per promuovere l’obiezione di coscienza e tutto ciò che ha a che vedere con questa cultura della vita».