FdI lancia “Le radici della memoria”: «Strappiamo al degrado i Parchi della Rimembranza»
Presentata oggi da Giorgia Meloni, per il 160° anniversario dell’Unità nazionale, la campagna di FdI “Le radici della memoria” andrà avanti fino al 4 novembre, Giornata delle Forze Armate e centenario della traslazione del Milite Ignoto all’Altare della Patria. L’iniziativa, che ha l’obiettivo di promuovere il patrimonio storico e ambientale dei Parchi e dei Viali della Rimembranza, istituiti dallo Stato italiano per commemorare i Caduti della Grande Guerra, «lega la nostra vocazione ecologista con il senso del ricordo e lo spirito di Patria, incarnando appieno la visione conservatrice di cui siamo portatori», ha spiegato il responsabile Ambiente del partito ed eurodeputato, Nicola Procaccini, che l’ha promossa insieme al collega deputato nazionale e responsabile del dipartimento Difesa di FdI, Salvatore Deidda.
«Un dovere che ci impegna tutti»
«Strappare al degrado i Parchi della Rimembranza è una sfida che ci impegna tutti. Al di là delle appartenenze politiche o territoriali, è un dovere nei confronti delle giovani generazioni», ha sottolineato Procaccini. È stato poi Deidda a ricordare che «da tempo, Fratelli d’Italia sta portando avanti delle iniziative per riscoprire e valorizzare la nostra storia: l’Italia nata dal sacrificio di Eroi, troppo in fretta messi in un cassetto ed etichettati come un ricordo lontano e non importante».
Dal Parlamento ai cittadini: una campagna corale
La campagna di FdI si articola in diverse iniziative. La prima è la presentazione in Parlamento di una mozione per chiedere al governo l’impegno per destinare adeguate risorse finanziarie alla valorizzazione dei Parchi e dei Viali della Rimembranza. FdI promuoverà anche una campagna di comunicazione sul territorio e sui social «con la quale chiederemo ai cittadini – spiega il partito – di inviarci le loro foto, con le quali realizzare una mostra celebrativa».
L’impegno di FdI nei Comuni e sul territorio
Anche i Comuni saranno coinvolti con la presentazione di una proposta di delibera per impegnare le Amministrazioni locali a recuperare, curare e valorizzare questi siti, anche attraverso il coinvolgimento delle scuole che possono adottare un parco e piantare nuovi alberi. Infine, saranno promosse attività sul territorio che vedranno il coinvolgimento di militanti e simpatizzanti di FdI. A partire già da oggi e nel rispetto delle norme anti-contagio, saranno impegnati in una giornata di pulizia e manutenzione di parchi e viali.
Come sono nati i Parchi della Rimembranza
FdI, presentando l’iniziativa, ha anche voluto ricordare come e perché sono nati i parchi della Rimembranza. «Nel 1922 lo Stato diede indicazione ai Comuni di piantare un albero per ogni caduto. Parchi e viali – ricorda una nota del partito – furono realizzati così in tutta Italia al centro del paese o appena fuori del centro abitato; intorno al monumento ai caduti; nelle vicinanze della chiesa; nei pressi o all’interno di un cimitero e su ogni pianta si appose una targa con il nome del caduto (targhetta metallica con il grado, le generalità e la causa di morte). Agli alunni delle scuole era affidato il compito della piantumazione e della cura dei giovani alberi. L’obiettivo era fare del Parco della Rimembranza il luogo sacro dedicato alla celebrazione della Nazione, un monumento alla memoria di chi per essa aveva combattuto fino alla morte, rinnovandone il ricordo attraverso gli alberi».
Siti di grande valore abbandonati al degrado
I Parchi e i Viali della Rimembranza, quindi, «sono siti di grande valore storico, identitario, urbanistico, ma anche ambientale perché conservano al loro interno una grande varietà di piante, dai cipressi ai tigli, dai lecci ai pini. Purtroppo, dei circa 2000 parchi oggetto del censimento del ministero dei Beni culturali, molti sono stati semidistrutti o versano nel degrado. Altri ancora – sottolinea FdI – hanno perso la loro connotazione originaria e sono identificati come ville comunali o anonimi spazi verdi urbani; altri sono finiti sacrificati alle esigenze di espansione urbanistica. Molti altri, invece, sono ancora presenti e ben curati dalle Amministrazioni comunali, anche se spesso si ignora l’origine». Da qui, dunque, la volontà – e la necessità – di riscoprirli e riportarli al loro valore e senso originario.