Gasparri: «Persino Draghi ammette che non c’è il piano sanitario. Allora perché si tiene Speranza?»

20 Mar 2021 19:06 - di Fortunata Cerri
Gasparri

Persino Draghi ammette che dopo un anno dall’inizio dell’epidemia non ancora c’è un piano sanitario. Ma Speranza resta sempre al governo. A puntare il dito contro il ministro della Salute è Maurizio Gasparri dopo le affermazioni del premier. «Nel corso della conferenza stampa di ieri Mario Draghi ha detto che non è necessario al momento attivare il Mes, sia perché non c’è una convenienza sui tassi di interesse, sia perché non c’è un piano sanitario per poter utilizzare quelle risorse».

Gasparri: «Speranza non ha preparato un piano sanitario»

Un’affermazione che per il senatore di Forza Italia ha solo un significato. «Vuol dire che Speranza, a un anno dalla emergenza coronavirus, non ha ancora preparato un piano sanitario adeguato alle esigenze del Paese. Ed allora perché Draghi si tiene Speranza accanto e lo difende?», si chiede Gasparri.

Il senatore incalza: «È incredibile che Speranza dopo il suo fallimento clamoroso sia stato confermato, con alcuni suoi collaboratori, al ministero della Salute. A un anno dall’inizio dell’emergenza non abbiamo un piano sanitario per tutelare la salute dei nostri cittadini. Questo ci dice il nuovo governo. Sono certo che Draghi lo farà ma che non lo può fare con Speranza».

Gasparri sulle “responsabilità” del governo Conte

Da qui il passo indietro alla prima ondata da coronavirus e all’esecutivo guidato da Giuseppe Conte. «Mi auguro – ha concluso  Gasparri – che l’inchiesta in corso a Bergamo accerti le responsabilità del governo Conte e di chi ha gestito la sanità in questi ultimi dodici mesi. Draghi rappresenta una svolta ed allora accompagni alla porta le persone inadeguate».

«Fare presto con le nomine Rai»

Gasparri che è anche membro della commissione parlamentare di vigilanza Rai parla anche delle nomine. «In materia di nomine Rai, bisogna fare presto. Approvato il bilancio si proceda con rapidità al rinnovo dei vertici del servizio pubblico, puntando su soluzioni interne: la Rai ha professionalità di grande valore e ha al suo interno una cultura pluralista che può essere garanzia di rispetto dei principi democratici». E poi ancora. «Non servono marziani, persone inesperte che passerebbero il primo anno a capire dove sono finite, il secondo a tentare di guidare la struttura, il terzo a preparare le valigie per andare via… Soluzioni interne, pluraliste e di qualità. Calare banchieri, marziani, cavalli di ritorno di chi è andato a inseguire la ricchezza, tradendo la Rai presso altri lidi, sarebbe una scelta impraticabile».

Gasparri ricorda che «la commissione parlamentare di vigilanza Rai ha un ruolo decisivo e centrale per quanto riguarda la presidenza, così come per la formazione del consiglio la parola di maggior peso spetta alle aule del Parlamento, chiudendo una stagione di eccessiva faziosità».

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *