I due marò da aprile saranno completamente liberi. FdI: dopo 9 anni tornano alla vita normale
Ad aprile i due marò Salvatore Girone e Massimiliano Latorre torneranno alla vita senza restrizioni. Dopo nove anni. “Salvatore Girone, Massimiliano Latorre e le loro famiglie potranno ritornare alla vita normale e Fratelli d’Italia li ringrazia per aver sempre mantenuto un comportamento responsabile. Nonostante le accuse, le falsità e le strumentalizzazioni subite nel tempo”. Lo dichiara Salvatore Deidda, capogruppo Fdi in Commissione Difesa.
Interpellanza di FdI al governo: come mai non sono ancora liberi?
Una dichiarazione a commento della risposta del governo all’interpellanza presentata da Fratelli d’Italia. In essa si chiedeva “come mai, ancora oggi, i nostri fucilieri di Marina Salvatore Girone e Massimiliano Latorre sono sottoposti alle restrizioni dettate dalla Corte Suprema di Nuova Delhi, nonostante il provvedimento arbitrale del Tribunale dell’Aja abbia conferito la giurisdizione sul caso dell’Enrica Lexie all’Italia”.
Deidda (FdI): i due marò hanno sempre avuto fiducia nell’Italia
“Il Sottosegretario Della Vedova – ha aggiunto Deidda – ha rassicurato che l’accordo tra la nostra Nazione e l’India è stato raggiunto e il 2 aprile la Corte Suprema Indiana si riunirà e le restrizioni cesseranno. I nostri Marò – conclude Deidda – hanno sempre cercato unità, hanno sempre avuto fiducia nell’Italia e si sono sempre ispirati al motto del Battaglione San Marco: ‘Tutti insieme nessuno indietro’, nella speranza di poter continuare a servire la Patria. Oggi, finalmente, le parole del Sottosegretario confermano che l’incubo è finito”.
Il caso va avanti dal 2012
Il caso riguardante i due marò si era aperto con l’oscuro incidente del 15 febbraio 2012, quando al largo delle coste del Kerala due pescatori indiani morirono a bordo del peschereccio Saint Anthony, secondo l’accusa indiana per i colpi sparati dai due fucilieri dalla nave italiana Enrica Lexie. “L’Italia dovrà esercitare la propria giurisdizione e riavviare il procedimento penale“, ha deciso il tribunale arbitrale internazionale. La corte ha però anche stabilito che l’Italia “ha violato la libertà di navigazione”. Dovrà pertanto “compensare l’India per la perdita di vite umane; i danni fisici; il danno materiale all’imbarcazione; il danno morale sofferto dal comandante e altri membri dell’equipaggio del peschereccio indiano”. Il tribunale dell’Aja ha inoltre invitato le due parti a “raggiungere un accordo attraverso contatti diretti”.