Il M5S sdogana le correnti. E il primo braccio di ferro è per salvare le poltrone. Ecco perché

25 Mar 2021 20:22 - di Agnese Russo
m5s correnti

Nome, simbolo e manifesto programmatico. “Italia più 2050”, che da qualche giorno si è dotata di tutto l’armamentario, è la più strutturata, ma non è la sola corrente del M5S. Dunque, ormai, appaiono lontanissimi i tempi dei “Vaffa Day” e degli slogan scanditi tra un “onestà” e l’altro, che recitavano più o meno così: “Non siamo un partito, non siamo una casta, siamo cittadini punto e basta”. Le correnti, infatti, in un M5S sempre più balcanizzato, sono ormai di fatto completamente sdoganate, tanto che a pochi giorni da quella fondata dalla sottosegretaria al Sud, Dalila Nesci, già ne è nata un’altra: “Innovare”.

“Italia Più 2050” apre la strada alle correnti nel M5S

“Italia Più 2050” è l’evoluzione del think tank “Parole guerriere”, intorno al quale, come ricostruito dall’Adnkronos, gravitano circa 40 parlamentari, da Carlo Sibilia a Giuseppe Brescia, da Mirella Liuzzi a Sergio Puglia. Ora che si è strutturato come corrente intende muoversi, ha spiegato Nesci, «nel solco tracciato da Beppe Grillo per il Movimento 5 Stelle guidato da Giuseppe Conte». Con l’ex premier, però, allo stato attuale «c’è stato solo qualche contatto». «Speriamo presto di incontrarlo per confrontarci nel dettaglio e coordinarci in maniera sempre più proficua», ha chiarito Nesci, che intorno a sé raccoglie per lo più eletti al secondo mandato.

Gli eletti al primo mandato si ritrovano in “Innovare”

Il neonato gruppo “Innovare”, invece, è costituito soprattutto da parlamentari alla prima legislatura, ostili all’ipotesi di una deroga ai due mandati. Sono circa 30 eletti, tra questi Maria Pallini, Luca Carabetta e Davide Zanichelli. Oltre al tema del numero dei mandati che poi, in tempi di parlamentari tagliati e consenso dimezzati, significa prima di tutto chance di riconferma, a dividere “Italia Più 2050” e “Innovare” c’è la questione dei rapporti con Rousseau.

«La parola corrente non mi scandalizza»

«Per noi le regole sono quelle votate dagli iscritti l’ultima volta su Rousseau. Noi parliamo di temi, non ci interessano le poltrone. L’Associazione di Davide Casaleggio? Abbiamo un buon rapporto con Rousseau. Vogliamo mantenerci ancorati ai principi che hanno reso il M5S la prima forza politica in Italia», ha detto all’Adnkronos il deputato Giovanni Currò, tra i promotori di “Innovare”. «La parola corrente – ha detto – non mi scandalizza, si può utilizzare qualsiasi termine. Ma preferiamo essere considerati un gruppo di parlamentari che lavora sui temi e organizza incontri sul futuro e l’innovazione».

Il nodo Rousseau

Per “Italia Più 2050”, invece, con Rousseau «siamo ad un punto di non ritorno». «Saremmo felici – ha sottolineato Nesci – di un divorzio consensuale e senza ulteriori traumi. Auspichiamo chiarezza e un nuovo inizio che disegni, a garanzia di tutti, un’organizzazione veramente democratica libera di autodeterminarsi».

Conte pronto a modificare le regole sulle candidature

Il rapporto con Rousseau e la questione dei due mandati non agita solo le correnti: sono anche i due dei nodi che il leader in pectore del M5S Conte è chiamato a sciogliere. E sui quali la tensione nel Movimento è altissima, tanto che le probabilità che con Rousseau si finisca davanti a un giudice sono molto elevate. L’ex premier è in stretto contatto con Beppe Grillo, che potrebbe vedere già nel fine settimana. Ma difficilmente la presentazione del progetto rifondativo del M5S, che prevede un nuovo statuto e un manifesto dalla chiara impronta ambientalista, avverrà prima di Pasqua. Conte non ha ancora affrontato il tema di una possibile abolizione del tetto dei due mandati, ma, raccontano, starebbe pensando a regole meno rigide per il nuovo M5S, a partire dallo stop al divieto di candidarsi per altri incarichi se il mandato non è ancora terminato.

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