Il nuovo glossario della Ue vieta le parole ‘maschio’ e ‘femmina’. FdI: «Siamo al delirio»
Addio alle parole ‘maschi’ e ‘femmine‘. Bandite. Non è abbastanza politicamente corretto. È un pericoloso richiamo ai suprematisti bianchi. O alla società patriarcale. D’ora in poi si dovrà dire ‘sesso assegnato alla nascita’. Guai a utilizzare l’antiquato ‘sesso bilogico’. E ‘cambio di sesso’? Neanche a parlarne. Da ora in poi si dovrà dire ‘transizione di genere’.
Vietato dire maschio e femmina. Lo ha deciso la Ue
Sono alcune delle regole ferree del nuovo glossario europeo. Per la comunicazione interna agli uffici di Bruxelles. Il vocabolario politicamente corretto destinato a funzionari e politici. In ossequio all’universo Lgbt. Molto suscettibile. La burocrazia di Bruxelles non ama la biologia. Meglio un linguaggio più ‘inclusivo’.
Vietato assolutamente parlare di gay, omosessuali, lesbiche. Guai a dire anche ‘matrimonio gay’. Il nuovo vocabolario della Ue prescrive “matrimonio egualitario”. Da oggi vietata anche la formula ‘diritti dei gay e degli omosessuali’. Bisogna usare il termine ‘trattamento equo, paritario’.
FdI: è l’ultima follai del politicamente corretto
«È l’ultima follia europea». Così Giovanni Donzelli che in un video postato su Facebook commenta incredulo la ‘rivoluzione semantica targata Ue. E ironizza sul nuovo glossario della burocrazia europea. «Pazzesco! Vi rendete conto? Il nuovo vocabolario abolisce madre e padre. Alla fine ci sono riusciti. Si dovrà dire genericamente genitori. Vorrete mica offendere qualcuno? Addio anche alle parole maschio e femmina», incalza di parlamentare di Fratelli d’Italia. «Il nuovo glossario della comunicazione interna di Bruxelles è il segno del delirio del politicamente corretto. Non fanno nulla per le discriminazioni. Solo in questo modo si puliscono la coscienza».