
Il tweet di un prof: «Le donne finivano prostitute, ora finiscono renziane». La rabbia della Bellanova
Altre offese, stavolta tocca alle donne che si schierano con Matteo Renzi. A denunciarlo è Teresa Bellanova. «Nelle ultime ore tante iscritte e simpatizzanti di Italia Viva mi hanno segnalato un tweet disgustoso di Massimo Minelli», scrive su Facebook. Minelli, specifica. È «un docente italiano all’università di Jena, in Germania». Il viceministro alle Infrastrutture del governo Draghi cita testualmente il tweet: Una volta le donne in difficoltà finivano nella prostituzione. Oggi fanno scelte anche più umilianti: diventano renziane».
Bellanova e il tweet offensivo sulle renziane
«Noi non siamo renziane», specifica la Bellanova. E cioè «donne sottomesse a un capo a prescindere da ogni valutazione e riflessione personale. Non ne abbiamo bisogno. Siamo riformiste. Crediamo nelle pari opportunità per tutte e tutti, nei diritti fondamentali, nella libertà e autonomia femminile, nella democrazia». La viceministra di Italia Viva sottolinea: «Ognuna di noi ha scelto con coraggio e in piena coscienza di far parte di quel progetto straordinario che è Italia Viva, perché crede in quel progetto e nei principi che lo fondano».
La stoccata al “signor Minelli”
La Bellanova lancia una nuova stoccata «al signor Minelli». E a tutti coloro «che in questi giorni stanno riversando insulti e violenza verbale sui nostri iscritti». Parla di «una campagna d’odio che ha pochi precedenti nella storia del nostro Paese». A loro «auguro davvero di comprendere, un giorno, la forza e l’autonomia di queste donne che rifiutano la logica della sottomissione e con coraggio scelgono, libere».
Bellanova e la solidarietà alla Meloni
La stessa Bellanova, in merito agli insulti rivolti a Giorgia Meloni, aveva espresso solidarietà alla leader di Fdi. «Insulti inaccettabili e indicibili», aveva detto. «Mai, mai, mai insultare. Anche la persona con cui non condividi nessuna idea. Anche la persona che più di altre vuoi battere politicamente. Solidarietà a Giorgia Meloni per quelle inaccettabili ed indicibili parole a lei rivolte».