Il virus viene dalla Cina ma non si può dire: è razzismo. In Germania ritirato un libro per ragazzi
Guai a scrivere in un libro che il virus Covid viene dalla Cina. Spunta subito l’assurda accusa di razzismo. Un libro per ragazzi, per questo motivo, è stato mandato al macero in Germania. La notizia, assai inquietante, è ripresa nella newsletter del giornalista Giulio Meotti.
Il giornalista scrive che l’editore “ha ceduto alle pressioni del Partito comunista cinese e dei cinesi locali”. Il titolo del libro era “A Corona Rainbow per Anna e Moritz” e lo scopo era aiutare i bambini a comprendere il mondo radicalmente diverso in cui si sono trovati a seguito della pandemia. Nel libro illustrato, il padre dei bambini dice: “Il virus proviene dalla Cina e da lì si è diffuso in tutto il mondo”. I cinesi non gradiscono l’espressione “virus cinese”, di cui ha spesso fatto uso l’ex presidente Usa Trump. Si tratterebbe a loro avviso di razzismo, di discriminazione, ma perché allora si può affibbiare una nazionalità alle varianti come quella inglese?
La pressione dei cinesi in Germania si è rivelata talmente forte da indurre la casa editrice Carlsen a scusarsi e a ritirare e distruggere le copie del libro. Uscirà una nuova edizione corretta. Mesi fa i cinesi avevano protestato anche contro lo spot di una azienda australiana. Nella pubblicità della Boating Camping Fishing c’è un passaggio polemico. Quello in cui la canzone in sottofondo recita che Shazza, una delle protagoniste dello spot, “è arrabbiata (e non può viaggiare) perché qualcuno ha mangiato un pipistrello”.
Nello spot la frase si accompagnava all’immagine di un ragazzo che si fa un panino con un pipistrello. Un chiaro riferimento all’ipotesi che il coronavirus abbia fatto il “salto” da animale a uomo perché i cinesi si sarebbero cibati di pipistrelli. Una frase, segnalata da centinaia di persone, che ha rischia di provocare un incidente diplomatico con la Cina.