
La furia di Corona: non vuole tornare in cella, si ferisce i polsi e posta il video. Interviene l’ambulanza
Fabrizio Corona, il re dei paparazzi, deve tornare in carcere come hanno deciso i giudici della Sorveglianza di Milano. Era ai domiciliari. E lui inscena una ben singolare protesta, pubblicando sui social storie e video di grande impatto: in cui si mostra col volto interamente ricoperto di sangue, presente anche sul pavimento della sua abitazione. In un estremo gesto di ribellione si ferisce i polsi e pubblica i video su Instagram, scagliandosi contro i giudici: “Adesso vi faccio vedere come si combatte l’ingiustizia. Pronto a dare la mia vita in questo Paese ingiusto”.
Corona dà in escandescenze alla notizia che dovrà tornare in cella
Dà in escandescenze. “Questo è solo l’inizio, dottoressa Corti questo è solo l’inizio, signor Lamanna questo è solo l’inizio. Quant’è vero Iddio sacrificherò la mia vita per togliervi da quelle sedie. Sacrificherò la mia vita per togliervi da quelle sedie. Vergogna”. Così Fabrizio Corona si mostra in alcune storie postate sul suo profilo Instagram. “Chiedo, se non mi tolgo davvero di vita, che venga il presidente del Tribunale di Sorveglianza; che guardi gli atti il presidente del Tribunale di Sorveglianza”. Alle parole aggiunge le immagini del pavimento pieno di sangue e anche il volto insanguinato, ma non ha ferite così evidenti. “Avete creato un mostro, ora sono ca…i vostri e questo è solo l’inizio”.
“Adesso vi faccio vedere”
A dare la notizia della decisione della Sorveglianza è stato il suo difensore, l’avvocato Ivano Chiesa. Che sottolinea come per calmare Corona sia anche stata chiamata un’ambulanza. La rabbia social continua e nell’ultimo post con il volto insanguinato la didascalia recita: “Adesso vi faccio vedere come si combatte. ingiustizia…pronto a dare la mia vita in questo paese ingiusto”.
Due diffide
La decisione del suo ritorno in carcere è la conseguenza di una violazione a due diffide, dopo la sua presenza in due note trasmissioni tv. L’ex fotografo rischia di restare a lungo dietro le sbarre: la sua pena potrebbe durare fino al 17 settembre 2024. Ma bisognerà capire se vanno sottratti i nove mesi che per la difesa sono già stati scontati (la decisione verrà nuovamente discussa davanti alla Cassazione il prossimo 18 marzo) e altri abbuoni. Secondo i calcoli dei difensori la pena potrebbe arrivare a fine 2023.