La Germania ci offende pure su Dante. Oltraggio da un giornale tedesco. E Tobias Piller applaude
Un attacco ignobile a Dante Alighieri e all’Italia arriva come una sfregio durante i festeggiamenti per il 700esimo anniversario della morte del Sommo Poeta. L’attacco arriva dalla Germania, sulle pagine del quotidiano Frankfurter Rundschau. L’Italia avrebbe ben poco da festeggiare, sottintende il fondatore della testata e traduttore Arno Widmann, affermando che il Sommo Poeta era “anni luce dietro a Shakespeare” e che poco avrebbe a che vedere con la nascita della lingua italiana. Il ministro della Cultura Dario Franceschini ha voluto replicare alle parole del quotidiano tedesco con un tweet, che cita un famoso verso dantesco tratto dall’Inferno: «Non ragioniam di lor, ma guarda e passa».
“Dante voleva fare il lavoro di Dio”
Widmann irride “il piacere di giudicare e condannare” dell’autore fiorentino. “L’amoralità di Shakespeare, la sua descrizione di ciò che è, ci sembra anni luce più moderno dello sforzo di Dante di avere un’opinione su tutto; di trascinare tutto davanti al giudizio della sua morale. Tutta questa gigantesca opera è lì solo per permettere al poeta di anticipare il Giudizio Universale, di fare il lavoro di Dio”; e di dividere il buono dal cattivo.
Oltraggio a Dante dal quotidiano tedesco
Ha a che ridire anche sull’origine della lingua italiana, affermando che noi italiani lodiamo Dante «perché ha portato la lingua alle altezze della grande letteratura: si è costruito la lingua per la sua opera e da questa lingua è nata la lingua dei suoi lettori e poi dell’Italia». Errore, scrive il tedesco, sottolineando che questa è la versione che veniva fornita agli scolari italiani di 60 anni fa. Come poeta lirico, si legge sul giornale tedesco, l’Alighieri sarebbe stato preceduto dai trovatori di Provenza, dunque in realtà «la prima lirica in madrelingua italiana fu scritta in provenzale». Anche Brunetto Latini, maestro e amico di Dante, avrebbe scritto il suo Trésor in francese non tanto perché in quel momento era esiliato in Francia, quanto «perché sapeva che avrebbe avuto più lettori».
Rilievi che hanno l’unico scopo di offendere l’Italia servendosi di Dante e banalizzando in pochi schizzi di fango questioni complesse sulle quali c’è una bibliografia sterminata. La stessa Commedia, insinua Widmann, non sarebbe affatto il frutto di un’idea originale; ma sarebbe stata preceduta da un poema mistico arabo in cui si narra l’esperienza dell’ascesa al Cielo. Ancora: nemmeno l’amore tra uomo e donna come via di elevazione spirituale sarebbe invenzione del Sommo Poeta. Ma deriverebbe – continua Widmann – “da Lutero e dalla Riforma”. Una visione germanocentrica fuori da ogni ragionevolezza, addirittura delirante quando offende pure lo scrittore statunitense T.S. Eliot, che in un famoso saggio del 1929 si sarebbe reso colpevole di aver accostato Dante a Shakespeare.
Tobias Piller ignobile
Naturalmente su tutti i siti italiani l’articolo è stato travolto da critiche. Sono intervenuti fior di critici e rappresentanti della politica. “I ministri Dario Franceschini e Luigi Di Maio chiedano le scuse ufficiali dai rispettivi omologhi Monika Grutters e Heiko Mass per questo oltraggio”. Lo dice Federico Mollicone di FdI.”Soltanto uno ha difeso Arno Widmann: l’ineffabile Tobias Piller, il giornalista tedesco ed ex presidente della stampa estera in Italia. Da sempre antiitaliano in servizio permanente effettivo: “Non ho letto da nessuna parte né “arrivista” né “plagiatore”. Mi sembra un articolo che inquadra Dante nel suo tempo e ne spiega la grandezza ai tedeschi”. Così il corrispondente dall’Italia della ‘Frankfurter Allgemeine Zeitung’ ed ex presidente della stampa estera in Italia, Tobias Piller, parla all’Adnkronos dell’articolo dedicato a Dante dal quotidiano locale ‘Frankfurter Rundschau’ che sulla stampa online italiana è rimbalzato come un duro attacco al Sommo Poeta nel giorno del Dantedì.
“Non rappresenta nessuno in Germania”
“Arno Widmann? È un personaggio di forte vis polemica. Ha sempre fatto parlare di sé per teorie volutamente provocatorie oppure, talvolta, di complotto. Volendo parlare male di Dante, gli muove contro argomenti totalmente insostenibili. La sua opinione non coincide affatto con l’opinione generale su Dante in Germania. Non rappresenta nemmeno una corrente di pensiero.” Parlando all’emittente radiofonica fiorentina Lady Radio, il direttore delle Gallerie degli Uffizi, Eike Schmidt, ha praticamente smontato il provocatore.