La lezione di Londra sui vaccini: 6 persone su dieci hanno già ricevuto almeno la prima dose
Sui vaccini Londra va a passo di carica. Oltre 30 milioni di persone hanno ricevuto la prima dose del vaccino contro il coronavirus nel Regno Unito. Lo rende noto in un comunicato Downing Street, precisando che tra l’8 dicembre ed il 27 marzo il servizio sanitario britannico ha vaccinato con la prima dose 30.151.287 di persone, pari al 57% degli adulti. Altre 3.527.481 persone hanno ricevuto anche la seconda dose, per un totale di 33.678.768 dosi somministrate.
A Londra ad aprile tra i vaccini anche Moderna
Il Regno Unito si aspetta di ricevere le primo consegne del vaccino Moderna entro il mese prossimo. “Ci aspettiamo che Moderna arrivi ad aprile”, ha dichiarato alla Bbc One il ministro della Cultura britannico, Oliver Dowden. Con l’arrivo di 17 milioni di dosi del vaccino statunitense, sarebbe il terzo nel paese dopo AstraZeneca e Pfizer/BionNTech.
Nonostante l’India abbia temporaneamente sospeso le esportazioni di AstraZeneca. E dopo la contesa con l’Unione europea, Dowden ha insistito sul fatto che il programma di immunizzazione britannico sia sulla buona strada. L’obiettivo resta quello di vaccinare l’intera popolazione entro luglio.
“Un altro lockdown? Sarebbe un fallimento della politica”
“Lo scopo dell’allentamento graduale delle restrizioni contro il Covid-19 è assicurarsi che il procedimento sia irreversibile ma, secondo tutta la mia esperienza dell’anno passato, non possiamo escludere niente”. Lo ha dichiarato il ministro della Cultura britannico, Oliver Dowden, al The Andrew Marr Show su Bbc One, rispondendo alla domanda sulla possibilità di ulteriori lockdown nel Regno Unito.
Nonostante non abbia escluso futuri blocchi, Dowden ha ribadito che il governo “è fiducioso che non ce ne saranno altri, è l’ultima cosa al mondo che vorremmo fare”.
Intervenendo prima del ministro, Mark Woolhouse, professore di epidemiologia all’Università di Edinburgo, ha affermato che un nuovo lockdown dovrebbe essere considerato “un fallimento della politica di salute pubblica”, sottolineando come il regno Unito disponga delle conoscenze necessarie per evitare questo tipo di soluzione.