La Meloni agli alleati: «Torneremo insieme per guidare l’Italia, ma basta polemiche contro di noi»

23 Mar 2021 9:02 - di Michele Pezza
Meloni

Sul governo Draghi dice di «non vedere passi avanti» e di considerarlo, nei fatti, in «perfetta continuità» con il precedente Conte-bis. Al punto che «tanti che all’inizio avevano dubbi» ora la spronano «ad andare avanti», cioè a continuare nella sua opposizione. Non perché sia una «signora no», ma perché «a bocciare tante scelte di questo governo non sono io, ma gli italiani». Giorgia Meloni non ha dubbi che la scelta fatta un mese sia quella giusta. Anzi, la più rispondente all’interesse generale. La leader dei Fratelli d’Italia parla dalle colonne del Corriere della Sera e non scansa nessuna domanda, fossero anche quelle, assai pepate, sul rapporto con Berlusconi e Salvini. «Non faccio polemiche coi miei alleati», puntualizza prima di dirsi «sicura che dopo questa parentesi ci ritroveremo per governare assieme il Paese».

Giorgia Meloni intervistata dal Corsera

Non minimizza la circostanza che FdI, Forza Italia e Lega abbiano fatto scelte diverse. «Io rispetto le loro e mi aspetto lo stesso», dice. Ma non sempre accade. «Mi dispiace sentire da altri toni polemici verso di noi». Le questioni che la Meloni solleva non sono slogan. E neanche nega che qualche richiesta di FdI sia stata accolta, «come la vaccinazioni anche da parte dei farmacisti o le priorità per i disabili». Ma il resto è continuità.  A cominciare dal «no» allo spostamento dei 5 miliardi oggi destinati al cashback, bollata come «iniziativa propagandistica della sinistra». Andavano stornati, sottolinea, «in favore delle imprese che hanno ricevuto ristori e sostegno». E ricorda: «Era una proposta di tutto il centrodestra». Non basta la sostituzione di Arcuri o di qualche membro del Cts per dire che c’è una svolta. Anzi, dalle zone rosse a intermittenza alla chiusura delle palestre, è tutto come prima.

«Vediamoci e decidiamo i candidati a sindaco»

Ciò nonostante, rassicura la Meloni, «non ci stiamo allontanando dagli alleati». Né, aggiunge, le «scelte diverse» influiranno sulle amministrative. «Vediamoci – esorta la Meloni – e decidiamo in mezz’ora». Nel pacchetto c’è anche Roma. Qui Salvini insiste su Guido Bertolaso. FdI non pone veti, ma invoca un metodo. «Io voglio vincere. Bisogna vedersi», ribadisce. Neanche la poltrona di presidente del Copasir, il Comitato parlamentare di controllo sui Servizi, riesce a metterla in collisione con la Lega. Ora è appannaggio di un uomo di Salvini. Ma per legge spetta all’opposizione.

A Salvini: «Il Copasir ci spetta per legge»

FdI la pretende, «per una questione di democrazia, non perché siamo avidi di poltrone». Infine, un riferimento ad Enrico Letta che ieri si era detto «favorevolmente colpito» dalla telefonata ricevuta dalla leader della destra al momento del suo insediamento al vertice del Pd. La Meloni ringrazia. Ma avverte che non gli farà sconti. Soprattutto dopo averne costatato la distanza dai problemi veri riproponendo lo ius soli. «Un segretario di rottura – conclude la Meloni – avrebbe detto “ora pensiamo agli italiani“. Non l’ha fatto».

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