La Meloni replica a Galli della Loggia: «La destra moderna c’è già ed è quella patriottica di FdI»
«La “destra moderna” c’è già ed è quella rappresentata da Fratelli d’Italia». Si potrebbe sintetizzare così il contenuto della lettera al Corriere della Sera, con cui Giorgia Meloni ha replicato all’editoriale di ieri a firma Ernesto Galli della Loggia dedicato a FdI. Una risposta garbata e puntuale, mirata soprattutto a fare chiarezza su alcune posizioni e giustizia dei consueti pregiudizi. Tra le prime rientra senz’altro il “no” al governo Draghi. Non siamo «un partito perennemente tentato da una “opposizione a prescindere”», premette la Meloni. «La nostra scelta – spiega -, oltre a preservare la natura democratica della nostra Nazione (…), richiama l’idea che abbiamo di una Destra moderna ma legata ad un principio di coerenza e di difesa della sovranità popolare». Coerenza e sovranità popolare. Se la prima «non è un’anticaglia», la seconda «viene quasi considerata un optional».
Lettera di Giorgia Meloni al Corriere della Sera
La Meloni si dice d’accordo con l’editorialista nell’attribuire alla destra la difesa dello Stato nazionale ma senza precipitare nel nazionalismo aggressivo. «Condivido – scrive -. E tra il nazionalismo aggressivo e il tradimento costante dell’interesse nazionale tanto in voga in certi circoli politici e intellettuali della sinistra, Fratelli d’Italia ha scelto di definirsi come un partito patriottico». Un concetto che la leader della destra ha voluto sottolineare citando Roger Scruton, uno dei grandi maestri del pensiero conservatore europeo. «Definiva il patriottismo come la devozione “alla propria terra, ai propri concittadini e alla cultura che li accomuna”», ricorda la Meloni. Il patriottismo, in pratica, è il pilastro «di quei valori di coesione sociale e solidarietà che Galli della Loggia inscrive nei moderni conservatori». Un identikit in cui FdI si riconosce in pieno.
«Difendiamo sovranità nazionale e popolare»
Non per niente, la sua leader è la presidente dei Conservatori europei. E la battaglia dell’Ecr nella Ue è mirata a realizzare «un modello confederale di Europa che vede negli Stati e nelle identità dei popoli europei non un ostacolo da abbattere in nome di un globalismo acritico, ma un valore da difendere». L’idea d’unità Europa propugnata da FdI, dunque, si realizza all’interno del «principio di sussidiarietà». La Ue rispetta «la sovranità degli Stati nazionali e dei suoi cittadini» ma dentro «una cornice di interesse generale che la stessa Ue è chiamata a tutelare». Insomma, sottolinea la Meloni, molti dei suggerimenti dell’editorialista, «esistono dunque già nella destra rappresentata da Fratelli d’Italia».
«Occidente minacciato da élite senza scrupoli»
Di più: ne costituiscono il tratto identitario. «Questa destra – prosegue infatti la Meloni – oggi difende il valore dello Stato come spazio del bene comune e degli interessi nazionali. Vuole una democrazia che decide con la riforma presidenzialista. Si batte per ricucire le distanze tra Nord e Sud, tra vecchi e giovani, tra garantiti e non garantiti, tra impresa e lavoro, in un rinnovato progetto di coesione nazionale che è nel nostro Dna. Questa destra si pone a difesa dei più fragili e di quella classe media che è alla base della nascita delle democrazie. E che oggi, in tutto l’Occidente, è minacciata da una globalizzazione selvaggia». A beneficiarne, invece, è una «sempre più una ristretta élite che detiene non solo il potere economico e finanziario ma anche quello tecnologico e mediatico. E su ciascuno di questi titoli – conclude la Meloni – potrei elencare fatti concreti, proposte, azioni».