La Raggi ne combina un’altra: trasferisce i rom nel centro anti-Covid. E scoppiano le polemiche
Si fa sempre più duro lo scontro tra Virginia Raggi e la Regione Lazio. Dopo gli attacchi nei giorni scorsi di Nicola Zingaretti che ha bollato la «ricandidatura di Virginia Raggi una minaccia per la città» (GUARDA VIDEO La7), ieri per il sindaco è arrivata un’altra batosta. È finita sulla graticola per il caso di alcune famiglie rom sgomberate dal campo di Castel Romano. E poi trasferite in un centro di isolamento per pazienti Covid. Per il Campidoglio si è trattato di «una procedura regolare, seguita ormai dall’inizio dell’emergenza sanitaria». Ma la Regione ha attaccato duramente: «Quei centri sono per i “contatti a caso”. Abbiamo diffidato il Comune a liberarlo subito».
Raggi e la “farsa” dello sgombero dell’Area F del campo rom
Il tutto è partito con le operazioni di sgombero dell’Area F del campo rom di Castel Romano, periferia sud di Roma. «Un altro passo in avanti nel percorso di superamento e chiusura dei campi rom presenti in città», ha commentato in maniera trionfalistica Virginia Raggi. In realtà come hanno osservato Rachele Mussolini, consigliere Comunale della Lista Civica “Con Giorgia” e vicepresidente della Commissione Controllo, Garanzia e Trasparenza di Roma Capitale, e Federico Rocca, responsabile romano Enti Locali FdI si è trattato di un’ennesima farsa. «Ovviamente, e furbescamente, omette di dire che è stata obbligata a farlo: l’area, infatti, oltre ad essere stata occupata abusivamente a suo tempo, si trova all’interno di una riserva naturale protetta ed è priva dei requisiti igienico-sanitari». Non solo.
R. Mussolini e Rocca: «Raggi regala case…»
«Nel vantarsi, la Raggi omette anche un altro non proprio irrilevante dettaglio: sta, infatti, regalando ai 77 rom che lasciano Castel Romano delle case popolari, scavalcando di fatto in questo modo tutte le persone che sono in graduatorie e che stanno aspettando correttamente il proprio turno. E non è tutto. Il sindaco nasconde che, a fronte dello sgombero di 77 persone, oltre 400 resteranno comunque all’interno di questo accampamento».
«Quella alla quale stiamo assistendo è dunque l’ennesima, inaccettabile farsa organizzata alle spalle di romani che vivono in situazione di estrema difficoltà. Ai rom, che avevano occupato abusivamente, viene garantita una corsia preferenziale rispetto a famiglie in lista da tempo, conferendogli un privilegio che non possiamo tollerare e che, dunque, denunceremo in tutte le sedi».
Il trasferimento dei rom in un Covid-hotel
A fare esplodere il caso è il trasferimento di alcuni rom in una struttura gestita dalla Asl nella zona ovest di Roma. La denuncia è arrivata dall’assessore alla Sanità della Regione Lazio, Alessio D’Amato. «È assurdo che siano state portate le persone sgombrate da Castel Romano presso una struttura che viene utilizzata per l’emergenza Covid a totale carico del Servizio sanitario regionale e senza che la Regione e la Asl competente sappiano alcunché».
«La struttura non può essere utilizzata per altere finalità»
E poi ancora: «A questo va posto immediato rimedio poiché la struttura è destinata per isolamenti e quarantene Covid e non può essere utilizzata per altre finalità. All’interno ci sono anche persone positive in isolamento. Le modalità di invio alla struttura devono esser fatte dal Servizio sanitario regionale attraverso la centrale operativa Coa che non ha autorizzato. Vi è stato un totale abuso da parte del Comune di Roma nell’inviare queste persone presso questa struttura senza il parere della Asl competente. Ora deve essere immediatamente liberata e destinata alla sua funzione».
La replica del Comune: «La procedura è la stessa…»
Il Comune ha replicato attraverso il delegato alla sicurezza di Roma Capitale, Marco Cardilli. «Quella dell’assessore regionale D’Amato è chiaramente una vergognosa strumentalizzazione a fini politici. La procedura è la stessa eseguita dall’inizio dell’emergenza sanitaria per tutte quelle persone che in questi mesi hanno avuto necessità di assistenza: sono stati sempre trasferiti nelle strutture della Regione Lazio per trascorrere il periodo di isolamento. Ora all’assessore D’Amato questo non sta più bene. E dovrebbe spiegarci qual è la differenza tra tutti gli altri assistiti e i rom provenienti da un campo sgomberato, tra l’altro per la maggior parte bambini».
D’Amato: «Il Campidoglio diffidato formalmente»
Parole che accendono ulteriormente lo scontro. Ecco la controreplica di D’Amato: «Dal Campidoglio arrivano solo menzogne che rispedisco al mittente». «Troppo facile fare i moralisti con i soldi degli altri, ogni giornata costa 70 euro pagati dal servizio sanitario. Le strutture di isolamento servono per i “contatti di caso” e sono disciplinate da regole sanitarie. Se il Campidoglio intende utilizzarle come case di accoglienza di natura sociale, se le paga e le contrattualizza. Dopo un anno di assenza dall’emergenza Covid l’unica cosa che è capace di fare la sindaca Raggi è di utilizzare abusivamente le strutture di isolamento. È una vergogna. Il Campidoglio è stato diffidato formalmente dalla Asl Roma 1 a liberare la struttura e per aver utilizzato impropriamente strutture dedicate al Covid».