L’allarme del fisico Parisi: «Temo una quarta ondata in inverno. Molto dipenderà dai vaccini»
La curva dei contagi sale e c’è chi comincia a ipotizzare una quarta ondata. Giorgio Parisi, presidente dell’Accademia nazionale dei Lincei, mette in guarda da una possibile nuova ondata per il prossimo inverno. Il prestigioso fisico, intervistato dal Corriere della Sera, specifica anche che quella attuale potrebbe essere una recrudescenza della prima. “In ogni caso ha senso chiamarla terza ondata perché ha caratteristiche diverse: le varianti“.
Parisi ipotizza una quarta ondata il prossimo inverno
Il fisico legge i numeri. Che non sono rassicuranti. Nella seconda ondata abbiamo avuto quasi 41 mila casi in un giorno. Tra una decina di giorni – dice – scopriremo che cosa accadrà. ” Ultimamente abbiamo visto un incremento del 30% a settimana. Vuol dire un raddoppio dei casi in due settimane. E il quadruplo in un mese. Dai 13 mila di ieri si può passare a 50 mila casi».
Molto dipenderà dai tempi della vaccinazione. “Se raddoppiano i casi. E questi sono 30% più letali allora è facile arrivare a 1000 morti al giorno. Come nelle settimane più drammatiche dello scorso anno. Se si ritarda la risalita della curva e intanto si vaccina speditamente la popolazione anziana potremmo avere meno decessi. E anche meno ricoveri”.
“Difficile prevedere il picco della curva dei contagi”
Parisi ha iniziato a preoccuparsi a inizio febbraio. Quando l’Istituto superiore di sanità a ha parlato del 18%. Difficile – ammette – fare una previsione sul picco dei contagi. ” Se domani si decidesse il lockdown totale per 15 giorni. il picco sarebbe tra 8-10 giorni. Ma dato che non si può fare una chiusura forte, tutto dipenderà dall’efficacia delle misure almeno locali“. Sulla strategia non ha dubbi. Tutto dipenderà dalla capacità di bloccare le persone contagiate. “Abbiamo visto che se le persone non si incontrano non contagiano. Il governo deve navigare tra Scilla e Cariddi. Ma è un percorso non facile. E bisogna capire anche che cosa succede nelle scuole“.
Non trascurare i dati delle scuole
Il presidente dell’Accademia dei Lincei invita a non trascurare lo studio della trasmissibilità tra i banchi. “Ci sono ancora cose che non sappiamo”. La terza ondata si poteva evitare? “Se avessimo monitorato meglio la diffusione della variante inglese un mese fa, si poteva intervenire un mese prima”. Guardando a una eventuale quarta ondata – conclude il fisico – è necessaria una campagna vaccinale di richiamo a dicembre-gennaio. “Ma bisogna pensarla ora”.