Libri, Altaforte pubblica “Stregoneria politica”, manuale di comunicazione non convenzionale
Come possono «i piccoli attori politici impostare la propria partita comunicativa con nuove regole e nuovi principi»? Si propone di rispondere a questa domanda il libro Stregoneria politica: manuale di comunicazione politica non convenzionale, pubblicato da Altaforte Edizioni (pp. 184, 18,00€). Il volume, firmato da Guido Taietti, penna tra l’altro del Primato Nazionale, analizza le logiche del marketing politico. Offrendo, come si legge nella presentazione, «una prospettiva completamente diversa» rispetto a quella dei «grandi attori» con «grandi risorse».
Un “manuale” per gli outsider (e non solo)
Il saggio, introdotto da un’articolata riflessione del direttore del Primato, Adriano Scianca, affronta i vari temi inerenti il dibattito pubblico, tra cui la centralità dell’arena social, tema che avuto il suo apice col caso Trump e la presa di posizione del Ceo di Facebook Mark Zuckerberg. Dunque, benché destinato principalmente agli outsider, il libro di Taietti, che ha maturato anche una solida esperienza sul campo, lavorando a numerose campagne elettorali di diversi soggetti, offre riflessioni che arrivano anche ai grandi interpreti della politica.
La “Stregoneria politica” come «arte e scienza»
In particolare Taietti, già autore di Sovranismo politico o del populismo efficace, col suo “manuale” punta ad affrontare a 360 gradi i principali strumenti della comunicazione che gli attori in campo possono utilizzare contro la cosiddetta “scienza del controllo”. Per l’autore «un’arte che si contrapponga a questa crescente “manipolazione del consenso” deve diventare patrimonio comune. Una nuova politica – scrive – dovrà nascere e sarà difesa dalla Stregoneria politica». La quale, sottolinea Scianca nella sua introduzione al volume edito da Altaforte, «non è denunciata moralisticamente», ma «viene affermata come arte e scienza dell’agire politico universale». «Questo – è la provocazione di Scianca – è un gioco in cui tutti barano, semplicemente perché l’unica regola del gioco è barare. Quello che unicamente conta è farlo prima e farlo meglio».