Locatelli: «Vicini al picco di contagi, dopo Pasqua andrà meglio». E su Astrazeneca: «È sicuro»
Franco Locatelli a tutto campo: dai dubbi su Astrazeneca al picco di contagi imminente. Passando per le severe misure di sicurezza. Il presidente del Consiglio superiore di sanità, non ha dubbi: siamo vicini al picco di contagi. Ma se seguiamo le regole (comprese le nuove) dopo Pasqua andrà meglio. E su Astrazeneca insiste: è sicuro. Io mi vaccinerei senza esitazioni. Il virus ha ripreso a correre grazie alle mutazioni. Che che hanno portato a varianti insidiose. E che hanno preso in contropiede i cittadini e attaccato il cuore pulsante delle strutture sanitarie. Prese d’assalto in forza di una maggiore capacità di diffusione. È quanto sostiene e ribadisce Franco Locatelli, per il quale le misure decise per arginare la diffusione del coronavirus fino a Pasqua 2021 quando tutto il paese – dal 3 al 5 aprile – sarà area rossa, porteranno a «una situazione epidemiologica più favorevole».
Locatelli su Astrazeneca, contagi e misure più severe
Per l’esperto, infatti, «seguendo il principio di massima cautela si è deciso d’innalzare il livello delle misure, nella logica di contenere la diffusione del virus. Perché – ribadisce Locatelli – al primo posto c’è la tutela della salute. Anche se, sottolinea lo stesso numero uno dell’organo di consulenza tecnica e scientifica del Ministero della salute italiano, «è evidente che esiste anche una crisi economico-sociale da non sottovalutare. Ecco perché resto convinto dell’utilità del principio della proporzionalità e dell’adeguatezza degli interventi». Non solo. Locatelli, in un’intervista al Corriere della Sera, ha anche parlato del vaccino Astrazeneca, cercando di rispondere a interrogativi, dubbi e sospetti scatenati dagli ultimi, drammatici eventi post vaccinali.
AstraZeneca, per Locatelli la sua efficacia è «assai elevata»
Per esempio, spiegando che «quando arrivano segnalazioni di incidenti gravi o fatali devono essere messe in atto tutte le misure per capire le cause. Il ritiro precauzionale del lotto cui apparteneva la dose somministrata», allora, per Locatelli «dimostra l’efficienza del sistema di farmacovigilanza». Una difesa dei controlli e dell’efficacia del farmaco finito sotto inchiesta, che Locatelli porta avanti anche dicendo: «Con altrettanta chiarezza e fermezza, che non vanno tratte conclusioni affrettate sul nesso di causalità. Occorre basarsi sulle evidenze – dice l’esperto – altrimenti si rischiano reazioni emozionali. E non dimentichiamoci che l’efficacia del vaccino AstraZeneca è assai elevata. Essendo superiore all’80% per tutte le manifestazioni di Covid-19 e si avvicina al 100% per la copertura dalle forme gravi».
Contagi, se siamo a ridosso del picco lo si deve soprattutto alle varianti
Dunque, secondo Locatelli, «non dobbiamo rifiutare questo vaccino. Milioni di persone in Europa lo hanno ricevuto senza sviluppare problemi. E questo dato rassicura sul profilo di sicurezza. Così come anche su quello degli altri oggi disponibili. Il vaccino AstraZeneca contribuirà a proteggerci dall’epidemia. La maggior capacità contagiante della variante inglese – avverte il medico – oggi largamente predominante sul territorio nazionale, è fuori discussione e ha giocato un ruolo determinante nel sostenere la ripresa della curva epidemica. Non scordiamoci mai, tuttavia, che contribuiscono anche comportamenti individuali e, pur avendo oggi a disposizione i vaccini, non dobbiamo minimamente deflettere da tutto quello che abbiamo imparato in questi mesi. La copertura offerta dai vaccini non si tradurrà in un cambiamento totale in pochissime settimane: sarà un processo progressivo che troverà compiuta realizzazione solo tra alcuni mesi».
L’impatto delle varianti sui servizi sanitari
«Vi era certamente il timore legato alla diffusione di varianti connotate da maggior potere contagiante – spiega Locatelli – e l’analisi costante dell’evoluzione della curva epidemiologica ha esattamente lo scopo di intercettare cambiamenti predittivi di impatto sui servizi sanitari. Quali, ad esempio, l’occupazione di posti letto nelle terapie intensive. In questa logica, si è valorizzato il criterio dell’incidenza cumulativa a 7 giorni superiore ai 250 casi ogni 100.000 abitanti, come parametro addizionale utile a identificare in maniera più tempestiva tutti i contesti territoriali connotati da maggior circolazione virale». Una libera circolazione, incalza ancora in conclusione Locatelli, spinta dalle varianti del virus che solo misure rigide. Comportamenti adeguati. E il ricorso ai vaccini possono ingabbiare e arginare.