Manconi: e se i due marò fossero innocenti? La Russa: le nostre verità si fanno strada…
Ignazio La Russa commenta così l’articolo di Luigi Manconi di oggi su Repubblica sulla possibilità che i due marò possano essere innocenti: “Rispondo con una frase di Giorgio Almirante: ‘Quando le nostre verità le ascolti sulla bocca degli avversari, è una tua vittoria e qualunque siano le ragioni per cui gliele fanno dire è comunque una buona notizia'”.
Troppe strumentalizzazioni sulla vicenda dei due marò
Manconi esordisce, nel suo articolo, sostenendo che sulla vicenda dei due marò Massimiliano Latorre e Salvatore Girone c’è stata troppa strumentalizzazione ideologica. E non è difficile intuire quale sia la parte politica che ha opposto alla vicenda dei due marò in modo polemico la ricerca di giustizia per l’omicidio di Giulio Regeni.
La Corte dell’Aja ha riconosciuto l’immunità funzionale
“Con queste premesse – scrive Manconi – è stato in qualche misura fatale che dei due fucilieri e dei due pescatori indiani rimasti uccisi si parlasse per successive ondate emotive, fino a che sull’intera vicenda è calato il silenzio. Poi, il 21 maggio del 2020, la Corte Permanente di Arbitrato dell’Aja alla quale l’Italia e l’India avevano affidato la soluzione della controversia, si è espressa riconoscendo ai due militari italiani l’immunità funzionale e precludendo all’India l’esercizio della propria giurisdizione nei loro confronti. È stato riconosciuto, cioè, che Latorre e Girone erano funzionari dello Stato italiano, impegnati nello svolgimento della loro missione (difendere un mercantile da eventuali abbordaggi di pirati)”.
Ora il processo davanti a un tribunale italiano
Si attende ora il processo davanti a un tribunale italiano. Si tende, continua Manconi, a pensare che i due abbiano agito per difendersi. Ma “l’esame della documentazione disponibile fatta da Alessandro Paccione per conto di A Buon Diritto Onlus, un libro molto rigoroso di Toni Capuozzo, edito da Mursia e altre verifiche inducono, a questo punto, a porre la domanda: e se fossero innocenti?”.
Le perizie a favore dei due marò
Contro i due marò vi sono, in primo luogo, le testimonianze dei pescatori della St. Antony, che hanno riconosciuto nella petroliera italiana la nave da cui sono partiti i colpi. Ma le perizie balistiche sono a favore dei due fucilieri della Marina. “Le misure dei proiettili, infatti, risultano diverse e non compatibili con il calibro di quelle in dotazione ai fucilieri. Per altro, le misure dei proiettili appaiono tra loro difformi”, ricorda l’articolo di Repubblica.
L’ipotesi di una seconda imbarcazione oltre a quella dei marò
Ma allora chi ha ucciso i due pescatori? “Parte della perizia balistica – sottolinea Manconi – rileva la conformità fra i proiettili rinvenuti e quelli in uso alla guardia costiera dello Sri Lanka. La seconda ipotesi considera la presenza di un’altra imbarcazione, battente bandiera greca, in quelle stesse acque. In un dispaccio dell’Ansa del 21 febbraio 2012 si legge che l’ufficio marittimo della Camera di Commercio Internazionale (ICC) aveva denunciato l’avvenuto tentativo di abbordaggio di pirati alla nave greca Olympic Flair, a due miglia e mezzo dalla costa indiana, nello stesso giorno dell’incidente che ha coinvolto l’Enrica Lexie”.
Proprio per questo Massimiliano Latorre vuole un regolare processo pubblico. Sarebbe la via migliore, conclude Manconi, “per poter mettere a confronto tesi diverse, verificare testimonianze e acquisire una documentazione rimasta in parte secretata”.