Marine Le Pen e la svolta ecologista: la Francia post-pandemia deve dire no al globalismo
Marine Le Pen ha già posto le basi di una svolta politico-culturale per il suo Rassemblement national. Vuole andare verso un nazionalismo consapevole che superi il populismo sovranista. In pratica vuole attrarre il voto dei moderati. Se ne era parlato, anche sulla stampa italiana, dopo la sua apparizione in tv in cui la leader del Rn aveva detto: “Io penso che vincerò le elezioni presidenziali, ed è la mia responsabilità a rassicurare i francesi. Su di me hanno sentito molte cose false e caricaturali. Mi resta un anno per far capire il mio progetto“.
Il progetto ecologista di Marine Le Pen
Una visione dell’ecologia contraria a quella di Macron
“Tanto per cominciare – ha scritto Malgieri – la Le Pen ha proposto un referendum sull’ecologia, anzi un contro-referendum. Dal momento che anche Macron ha intenzione di proporne uno per “costituzionalizzare” il “verdismo” e sottrarre consensi agli ambientalisti di sinistra che nelle ultime tornate elettorali hanno ottenuto lusinghieri risultati. La pandemia “aiuta” chi si colloca decisamente sul piano ambientalista. Posto che è il problema dei problemi e, non a caso, le menti migliori della destra francese collegano il coronavirus al disfacimento ecologico planetario”.
Marine Le Pen vuole tutelare la piccola economia contro il globalismo
La Le Pen, inoltre, oppone al verdismo di Macron interrogativi molto concreti e che hanno ripercussioni sulla qualità della vita dei francesi. “Volete che tutti i prodotti alimentari siano etichettati in modo dettagliato? La Francia deve continuare a investire nel nucleare, la sola energia libera dall’inquinante carbone? Siete favorevoli a limitare la costruzione di nuovi giganteschi supermercati e a favorire i mercati di prossimità? E via di questo passo. La Le Pen vuol dire – sottolinea ancora Malgieri – che ha la ferma intenzione di tutelare la piccola economia. Opponendosi al globalismo, innescando una dura polemica contro i distruttori dell’economia agricola francese, e sostenendo le piccole e medie imprese”.
Il teorico del nuovo lepenismo verde: Hervé Juvin
Infine, Malgieri ricorda che la svolta ambientalista del Rassemblement national ha già portato a Strasburgo Hervé Juvin, economista e saggista (in Italia Egea ha pubblicato il “Trionfo del corpo”) teorico dell’ “ecologia identitaria”. È a lui che si deve la svolta ecologista di Marine Le Pen.Juvin sostiene che la vera liberà è quella che conduce l’uomo a governare i propri desideri. “Ora – ha spiegato Juvin in un’intervista a Avvenire – la società degli individui ha realizzato tutte le liberazioni, sessuale, religiosa, morale, politica, e culmina con l’avvento del desiderio individuale o, meglio, del capriccio individuale. Peccato che il desiderio infinito rivolto a un mondo finito rischia di minacciare la sopravvivenza dell’umanità. Gli effetti più celebrati del liberalismo, lo sviluppo economico, l’esplosione demografica, la fuoriuscita dalla povertà, diventano fermenti di una guerra di tutti contro tutti, un ritorno alle origini di una guerra per il fuoco, l’acqua e la terra”.