Meghan come George Floyd. La copertina di Charlie Hebdo fa infuriare gli antirazzisti

13 Mar 2021 20:09 - di Alessandra Danieli

Provocazioni. E polemiche. Charlie Hebdo finisce nuovamente nel mirino. A suscitare un moto di indignazione, questa volta degli antirazzisti, è l’immagine di copertina dell’ultimo numero della rivista satirica francese. Una vignetta ‘forte’ che mostra la regina Elisabetta inginocchiata sul collo di Meghan Markle.

L’ultima provocazione infelice di Charlie Hebdo

“Perché Meghan ha lasciato Buckingham…” è il titolo della caricatura. Al quale segue la risposta della Duchessa del Sussex “perché non riuscivo più a respirare”.  Un chiaro, e non troppo elegante, riferimento  allo strangolamento di  George Floyd. L’afroamericano morto a Minneapolis in seguito all’arresto da parte della polizia. Come ‘immortalato’ da un video che ha fatto il giro del pianeta, un agente gli tenne il ginocchio premuto sul collo per quasi nove minuti. La morte provocò negli Usa giorni e giorni di manifestazioni con migliaia di persone in piazza contro il razzismo della polizia.

La regina Elisabetta cerca di soffocare Meghan

Un commento stile Hebdo all’intervista con cui Meghan ha detto di essere arrivata sull’orlo del suicidio per come veniva trattata alla corte dei Windsor.  Con pesanti accuse di ‘razzismo0  nei confronti dei reali britannici. Che  la regina  ha definito “preoccupanti”. Annunciando che “saranno affrontate dalla famiglia reale privatamente“.

Gli antirazzisti insorgono: non fa ridere nessuno, offende soltanto

La copertina del foglio satirico francese è stata presa di mira da attivisti contro il razzismo. Che hanno accusato Charlie Hebdo di  sfruttare la morte di Floyd per aumentare vendite e ricavi. Halim Begum, ceo del think tank Runnymede Trust, ha condiviso l’immagine su Twitter definendola “sbagliata su tutti i livelli”. “La regina come l’assassino di George Floyd mentre schiaccia il collo di Meghan? Meghan che dice di non riuscire più a respirare? Questo non allarga i confini, non fa ridere nessuno e non sfida il razzismo“. Al contrario, scrive Begum, “svilisce il problema e offende, su tutta linea”.

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