Meloni boccia Draghi: “Non c’è differenza con Conte. La presidenza del Copasir spetta a noi”
Giorgia Meloni boccia i primi timidi passi del governo Draghi. «Per ora non vedo un cambio di passo rispetto al governo Conte. I volti, i contenuti e i metodi sono gli stessi del governo giallorosso. Abbiamo in pratica gli stessi ministri e sottosegretari. Si continua a procedere per Dpcm e le scelte adottate dal governo non cambiano rispetto a quello che abbiamo visto con Conte». Così la leader di Fratelli d’Italia in una lunga intervista all’AdnKronos.
“Sui vaccini c’è il modello delle Marche”
“Penso – aggiunge la leader di Fratelli d’Italia – ad esempio ai ristoranti che restano chiusi a cena mentre non si fa nulla per evitare che gli anziani si accalchino in file infinite per vaccinarsi”. Eppure, a livello locale ci sono esempi virtuosi. “Il governo prenda come modello la Regione Marche guidata da Francesco Acquaroli, che ha stretto un accordo con i medici per le vaccinazioni a domicilio e negli studi medici del territorio”.
“La sostituzione di Arcuri è stata la nostra prima richiesta”
“La discontinuità – scandisce la leader dell’unico partito all’opposizione del governo Draghi – va dimostrata con i fatti e per ora l’unica differenza che vedo è la sostituzione del commissario Domenico Arcuri, che avevamo chiesto a Draghi la prima volta che lo abbiamo incontrato alle consultazioni”.
“Sui vaccini Speranza si assuma le sue responsabilità”
E sui vaccini precisa. “Io non dispongo di elementi per dire se lo Sputnik sia sicuro o meno ma il governo può rispondere a questa domanda perché ha i dati e sulla base delle evidenze scientifiche può agire”. “Perdere tempo non è più possibile – aggiunge subito la leader di Fdi – . La Russia sostiene di avere 50 milioni di dosi per l’Ue e se ci sbrighiamo possiamo acquistare quelle che servono”. Per Meloni l’azione spetta al “ministro della Salute Speranza”. “Si assuma – è la sua richiesta – la responsabilità di dire agli italiani tempestivamente quali vaccini si possono utilizzare e avvii una trattativa con le case farmaceutiche per avere nuove dosi”.
Meloni sollecita Draghi: “Si faccia sentire con la Ue”
Non manca una frecciata alla Ue: “Per quanto riguarda l’Unione Europea è ormai evidente che è partita tardi e si è mossa peggio: questa campagna vaccinale è un fallimento. Auspico e mi aspetto che a questo punto”, dice la Meloni, “Mario Draghi si faccia sentire e che il governo italiano abbia come stella polare l’interesse nazionale, approvvigionandosi con vaccini non oggetto di trattative con l’Unione europea”.
“Il passaporto vaccinale? FdI è contraria”
Quanto all’idea lanciata dall’Oms sul passaporto vaccinale “e ripresa dall’Ue è da respingere sia perché siamo contrari a ogni forma di obbligo, sia perché anche il Garante della Privacy italiano si è pronunciato contro questa possibilità”, rimarca Meloni. “Parliamo di dati particolarmente sensibili – fa notare la leader di Fdi – e un loro trattamento non corretto può determinare conseguenze gravissime per la vita e i diritti fondamentali delle persone. Inoltre a quanto dicono gli esperti non sappiamo se chi ha ricevuto il vaccino possa essere a sua volta veicolo di contagio”.
L’alternativa ipotizzata da Meloni “è quella di investire sullo screening, che mi pare sarebbe più intelligente, creando un database di tamponi che può essere interrogato tramite QR code. Oppure pensare al test di tamponi rapidi negli aeroporti o alle frontiere. Di soluzioni per non ripetere gli errori dello scorso anno ce ne sono tante”.
Meloni avverte Draghi: “La presidenza del Copasir spetta all’opposizione”
Parlando dello stallo attuale nell’organismo parlamentare di controllo dei servizi segreti, guidato attualmente dal leghista Raffaele Volpi, Meloni evidenzia che “la legge istitutiva del Copasir ne affida la presidenza all’opposizione. Non vedo come qualcuno possa pensare di violare in modo palese una legge molto chiara”.
“Qualcuno cita a sproposito il precedente di Massimo D’Alema. Allorché con il governo presieduto da Mario Monti non si dimise, o meglio si dimise ma non vennero accettate le dimissioni. Il precedente non è calzante. Infatti, i ministri di quel governo erano tecnici. Oggi, invece, abbiamo una situazione nella quale il presidente del Copasir dovrebbe vigilare su ministri della sua stessa maggioranza o, in alcuni casi, del suo stesso partito”.