“Mi hanno rapito i terroristi islamici, pagate il riscatto”. Era una truffa alla Checco Zalone (video)
Erano terroristi finti, truffatori e rapitori veri, come in una brutta copia di un film di Checco Zalone. Organizzavano, infatti, sequestri di persona all’estero, in alcuni casi in accordo con i rapiti almeno nella fase iniziale, mettendo in atto vere e proprie truffe. A finire in carcere con l’accusa di sequestro con finalità di terrorismo una banda composta da tre uomini, due albanesi Fredi Frrokaj e Olsi Mitraj e l’italiano Alberto Zanini.
Sequestro dell’imprenditore Sandrini in Turchia
Dall’inchiesta della Procura di Roma, condotta dal pm Sergio Colaiocco e coordinata dal procuratore capo Michele Prestipino, è emerso che i tre proposero a due imprenditori bresciani di simulare un sequestro di persona.
Pesante l’accusa contro Alessandro Sandrini, (nella foto) scomparso in Turchia nell’ottobre del 2016. Il giovane era stato liberato nel maggio del 2019. Attualmente è indagato per simulazione di reato e truffa. Inoltre, un altro imprenditore, sempre del bresciano, all’ultimo minuto non si presentò in aeroporto a Orio al Serio per la partenza, è in corso di identificazione. A insospettire gli inquirenti, il fatto che Sandrini fosse sul banco degli imputati per due rapine a mano armata compiute poco prima di sparire in Medioriente. Dalle indagini di Sco e Ros, è emerso che i familiari dell’ex rapito avrebbero ricevuto somme di denaro “anche consistenti” nel corso del sequestro-truffa
I finti rapiti consegnati ai veri terroristi islamici
Nel procedimento si cita anche un altro caso. Nello specifico, quello del rapimento di Sergio Zanotti, non indagato. In quell’occasione, la banda indusse l’uomo a recarsi ad Antiochia in Turchia per acquistare dinari iracheni fuori corso. A quel punto, scattò il sequestro. Sia Sandrini che Zanotti dalla Turchia, secondo quanto emerso dalle indagini di Ros e Sco, furono poi trasferiti in Siria. A quel punto, finirono nelle mani di un gruppo della galassia jihadista legato ad Al Qaeda. Insomma, alcuni rapimenti finivano davvero con la consegna dei finti rapiti ai terroristi islamici.
Nel capo di imputazione si legge che Fredi Frrokaj, Olsi Mitraj e l’italiano Alberto Zanini, “in concorso tra loro e con altri soggetti rimasti ignoti operanti in Italia, Turchia e Siria, questi ultimi aderenti e comunque riconducibili alla galassia jihadista” proponeva a Sandrini di recarsi in Turchia “al fine di simulare un sequestro di persona” ma una volta li’ “ lo privavano effettivamente della libertà personale e poi lo conducevano contro la sua volontà in Siria consegnandolo successivamente al Turkestan Islamic Part, gruppo che si richiama ad Al Qaeda”.