Militare morto, c’è un indagato “eccellente”: l’ad di Astrazeneca è accusato di omicidio colposo
C’è un indagato “eccellente” nell’inchiesta della Procura di Siracusa sulla morte del sottufficiale della Marina Militare Stefano Paternò. Decesso avvenuto poche ore dopo la somministrazione del vaccino nell’ospedale militare di Augusta. Si tratta dell’amministratore delegato di AstraZeneca, Lorenzo Wittum, che è accusato, insieme con altre tre persone, di omicidio colposo.
Militare morto, la Procura: «Atto dovuto»
La Procura parla di “un atto dovuto” in vista dell’autopsia che sarà eseguita domani pomeriggio all’ospedale Cannizzaro di Catania. Tra gli altri indagati dell’inchiesta, coordinata dalla procuratrice di Siracusa, Sabrina Gambino e dal pm Gaetano Bono, ci sono un medico del 118, l’infermiere che ha somministrato la dose del vaccino ed il medico dell’ospedale militare. La Procura oggi ha nominato un pool di quattro esperti per l’esame autoptico. Si tratta di uno specialista in medicina legale, uno specialista in ematologia, che ha esperienze nel campo di emostasi e trombosi. «Un esperto a livello internazionale», dice il pm. Un esperto in tossicologia medica e uno specialista in malattie infettive. «Da qui si dovrebbe sapere qualcosa in più», dice il pm.
«Non guardiamo in faccia nessuno»
«Fino a questo momento non è emersa alcuna correlazione tra la morte del sottufficiale Paternò e la somministrazione del vaccino AstraZeneca. Noi stiamo facendo tutti gli accertamenti. Senza guardare in faccia nessuno», tiene a sottolineare il pm Gaetano Bono in un’intervista all’Adnkronos. «L’analisi delle ipotesi prende in considerazione tutti i soggetti che potrebbero essere coinvolti nella vicenda, senza escludere nessun livello di responsabilità. Dalla fabbricazione al trasporto, alla consegna fino alla somministrazione del vaccino», tra cui il numero uno di AstraZeneca.
Militare morto, gli indagati
«Le iscrizioni nel registro degli indagati sono avvenute soltanto questa mattina – spiega il pm – perché ho ricevuto alle dieci di ieri sera l’informativa dei Carabinieri del Nas. E soltanto dopo avere letto l’informativa è stato possibile fare le iscrizioni degli indagati». I carabinieri, come emerge dall’informativa, escludono che ci possano essere stati problemi di conservazione del lotto del vaccino AstraZeneca, “nella linea di trasporto”. E ci sarebbero anche le prove. «È tutto tracciato – si evince dalla documentazione fornita al pm – I livelli di temperature del freddo sono stati rispettati». Il pm, intanto, ribadisce più volte che “bisogna evitare inutili allarmismi”. «Fino a questo momento non è emerso un nesso tra il vaccino e la morte della vittima – dice – dobbiamo aspettare intanto l’autopsia che ci darà un quadro più chiaro». Insomma, bisogna aspettare altre 24 ore almeno per avere un’idea delle cause della morte del sottufficiale che lascia due figli piccoli.
Le indagini
I magistrati stanno cercando di capire se c’è un nesso tra la morte di Paternò e quella del poliziotto Davide Villa e del carabiniere Giuseppe Maniscalco. Anche se l’autopsia eseguita a Trapani ha escluso, per ora, una correlazione con il vaccino perché il maresciallo è morto per un infarto. Seppure poche ore dopo la vaccinazione. «Non stiamo lasciando nulla di intentato – spiega il pm Bono – Vogliamo trovare eventuali livelli di responsabilità che ci sono state». E la Procura sta facendo accertamenti su tutta la filiera del vaccino. «Tutti gli aspetti che partono dalla fabbricazione del vaccino che passano dal normale iter, come la distribuzione e il trasporto ma anche la conservazione e la consegna del vaccino. Sono tutti aspetti che stiamo prendendo in considerazione».
Il pm: «Non sappiamo cosa è successo»
«Fino a questo momento non sappiamo cosa è successo», tiene a sottolineare il magistrato. «Dall’autopsia sul corpo del sottufficiale Stefano Paternò ci aspettiamo molte risposte sulla causa del decesso», dice all’Adnkronos Sabrina Gambino, il Procuratore capo di Siracusa, che oggi ha incontrato gli investigatori per fare il punto.
Ma il magistrato tiene anche a dire che è «dovere di ogni cittadino fare il vaccino», e che «dobbiamo seguire le indicazioni del Capo dello Stato». «Qui in ufficio siamo stati tutti vaccinati – dice ancora – ed è giusto che sia così. E’ un dovere, per la salute di tutti».
Il pm Bono, in continuo contatto con il Nas, spiega che «chiunque dica che c’è una correlazione certa tra il vaccino e la morte del sottufficiale dice una sciocchezza, l’indagine viene fatta anche per questo». «La cosa fondamentale è che la campagna vaccinale non ha ragione di interrompersi sulla base di questa indagine. Se si volesse iniziare a dubitare della campagna vaccinale sulla base di quello che è successo, sarebbe grave. Finora non lo sappiamo quello che è accaduto. La cosa certa è che il lotto oggetto di questi fatti è stato sequestrato». Complessivamente sono state sequestrate 215 mila dosi su 250mila in tutta Italia.
«Paternò era un papà con due figli piccoli»
Cosa si aspetta la Procura da questa inchiesta? «Che possa stabilire come è morto Paternò – dice – perché secondo me uno dei lasciti più devastanti della pandemia è che stiamo perdendo la sensibilità verso la morte. Era un papà con due figli piccoli. Ci dimentichiamo cosa può significare per le persone che subiscono la perdita di una persona cara, ecco perché dobbiamo capire cosa è successo a Paternò. Ci aspettiamo questo dall’inchiesta. Era un militare che non aveva problemi di salute. Dobbiamo scoprire la causa della morte ma non stiamo guardando in faccia nessuno…».