Morte di Raoul Casadei, il figlio non si dà pace: “Era in perfetta forma, camminava 15 km al giorno”

13 Mar 2021 17:48 - di Monica Pucci
Mirko e Raoul Casadei

“Raoul, io lo chiamavo così, ha segnato un’epoca. Oggi è un giorno triste per l’Emilia Romagna e per tutta la musica popolare italiana. Ma lui ha sempre avuto una grande sorriso, una grande energia e poi i grandi artisti non muoiono mai veramente. Le sue canzoni continueranno a girare di generazione in generazione. E questa è la cosa di lui che non potrà mai morire”. Il figlio di Raoul Casadei, Mirko, a cui già da anni era passato il testimone dell’Orchestra di famiglia, racconta all’Adnkronos il suo stato d’animo nel giorno della scomparsa di suo padre, ricordato oggi da istituzioni, politica e dal mondo della musica. Casadei è morto oggi per Covid a 83 anni: il re del liscio era ricoverato dallo scorso 2 marzo all’ospedale Bufalini di Cesena dopo aver contratto il coronavirus.  

Mirko Casadei: “Era in forma come un ragazzino, com’è possibile…”

“Noi con le lacrime agli occhi vogliamo però ricordarlo col sorriso sulle labbra – dice Mirko – perché lui era un amante della vita e ha sempre trasmesso bellissimi valori che noi abbiamo imparato da lui e cercheremo di divulgare. Certo, io sono parte in causa, sono il figlio e il dolore è fortissimo, non si può spiegare, anche perché lui stava benissimo in salute. Era in forma come un ragazzino, era attentissimo al suo stato di salute che era perfetto. Faceva 10-15 chilometri tutti i giorni a piedi con le racchette. E’ uscito dalla sua vita con un vero colpo di scena, improvvisamente. Se ne è andato via per il Covid rapidamente e non ha sentito niente. E’ un dolore forte per me, ma è mitigato dal fatto che mi sono reso conto che lui non potrà mai morire veramente. Il suo modo di essere e le sue canzoni sono nell’aria e continueranno a esserlo”.

L’eredità musicale del re del liscio

“Lo slogan di mio padre, ‘Vai col liscio’ rappresenta bene il suo modo di fare e di pensare, il suo estremo ottimismo: tutto è bello e si deve guardare con l’occhio dell’ottimismo perché la vita ha un percorso fatto di un inizio e una fine. La morte fa parte della vita”.
E l’esperienza dell’Isola dei Famosi nel 2004 come è stata per lui? “Quando Raoul ha partecipato aveva 69 anni e il programma era condotto da Simona Ventura, lui si è divertito. Siamo stati noi a convincerlo ad andare e poi ci ha detto che era stata una esperienza bellissima. Si è persino buttato giù dall’elicottero, lui che aveva una gran paura di volare tanto da rinunciare a tournée ricchissime per questo. Lì però Raoul non ha fatto il gioco dell’Isola – ricorda il figlio – perché invece di incazzarsi per le privazioni del cibo, dei vestiti, lui se ne stava tutto il giorno a fare yoga assieme alle Kris & Kris. Era molto zen, non accettava molto i litigi che invece gli autori cercavano di accendere con l’ex fantino Aceto. Per lui fino ad allora era la Romagna il suo posto meraviglio, invece, tornando dall’Isola ci ha detto di essere stato in un posto meraviglioso”.

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