Napoli, è morta Sonia Battaglia: per i familiari si era aggravata dopo il vaccino. La denuncia (video)
È morta Sonia Battaglia, la 54enne di San Sebastiano al Vesuvio (Napoli) da diversi giorni ricoverata all’Ospedale del Mare di Napoli per un’emorragia cerebrale. Secondo i familiari della donna, le sue condizioni erano peggiorate dopo la somministrazione di una dose di vaccino Astrazeneca, alla quale era stata sottoposta lo scorso primo marzo.
Sonia Battaglia, parla il figlio
La conferma è arrivata, da Raffaele Conte, figlio di Sonia Battaglia. «Mia madre è morta», ha detto a NapoliToday. Raffaele ha sperato fino all’ultimo che i medici dell’ospedale del Mare riuscissero a strappare sua madre dal coma in cui era piombata. È in corso in ospedale l’accertamento di morte con criteri neurologici, come da protocollo.
Due giorni fa, come ricorda NapoliToday, i due figli di Sonia e il marito avevano rilasciato alcune dichiarazioni davanti all’ingresso dell’Ospedale del Mare. «I medici stanno indagando su eventuali patologie pregresse che poteva avere, ma finora è stato escluso tutto. Noi siamo convinti che sia qualcosa scaturito dal vaccino viste le ultime scoperte. Ovviamente nessuno per ora può confermare questa nostra tesi, che non viene comunque neppure esclusa. Mia madre era una donna sana, che non aveva problemi di salute. È stata colpita inspiegabilmente da multi-trombosi», erano state le parole di Raffaele.
L’appello a Speranza
I fratelli e i figli della donna nei giorni scorsi avevano anche diffuso attraverso i loro profili Facebook video e appelli rivolti al ministro della Salute Roberto Speranza al fine di “bloccare il vaccino Astrazeneca” e chiedendo chiarezza su quanto avvenuto alla donna.
L’appello del fratello Antonio Battaglia
Proprio ieri il fratello aveva lanciato un altro appello su Facebook. «Non ci facciamo trattare come numeri. AstraZeneca all’Ema, a quanto pare dopo appena un giorno di sospensione, già dicono che non ci sono correlazioni tra vaccino e casi di tromboembolici. In appena un giorno, hanno letto le centinaia di cartelle cliniche inviate da tutti i paesi europei. È pazzesco!!! Come hanno potuto analizzare in un giorno o tre giorni tutte le storie delle persone colpite dagli stessi sintomi e dire che non ci sono correlazioni, penso che un analisi del genere non basterebbero tre mesi, eppure in tre giorni verdetto è fatto».