Pd, l’ora delle smancerie. Letta saluta Serracchiani capogruppo come se fosse Kamala Harris

30 Mar 2021 20:01 - di Riccardo Angelini
Serracchiani

Debora Serracchiani è la nuova capogruppo del Pd alla Camera. 66 i voti per lei, mentre 24 i voti per Marianna Madia. Un risultato più che annunciato. Preceduto da una rissa non proprio edificante. Con la Madia che vedendosi già sconfitta ha accusato Graziano Delrio e i giochi di corrente parlando di competizione non proprio trasparente. La rissa non ha fatto bene all’immagine di un partito che è in perenne fase di rinnovamento per farla finita con le correnti.

Letta: tra Serracchiani e Madia non c’è stato un putiferio

Tanto che è dovuto intervenire Enrico Letta per dire che no, le cose andavano benissimo tra Madia e Serracchiani: tra loro – ha detto al Corriere.it  – “non c’è nessun putiferio, non sono d’accordo, due uomini avrebbero discusso animatamente allo questo modo”.  “Sono due donne e si tende a raccontarla più violenta, verbalmente, di quello che è. Al Senato si è trovato accordo su una persona, alla Camera c’è un confronto tra due deputate e non mi spavento e non volano gli stracci: discutono come avrebbero fatto due uomini”.

Madia augura buon lavoro, Serracchiani: competizione positiva

Quindi il clima è cambiato. E tutti a fingere che sia tornato il sereno. “Buon lavoro a Debora e adesso costruiamo insieme perché questo è un gruppo parlamentare”, osserva Marianna Madia. “Che ci sia stata una competizione nel gruppo, è novità e un fatto positivo – dice Serracchiani –  Voglio ringraziare tutti i colleghi, chi ha votato me e chi ha votato Marianna, lo abbiamo fatto con uno spirito di competizione ma anche con lo spirito di chi con passione fa questo lavoro e con passione sa che in questo momento gli occhi del Paese sono su di noi“. Davvero? E pensare che uno si immaginava che il Paese avesse ben altri problemi e che certo non assistesse con trasporto alle baruffe in casa dem.

Toni lirici di Letta: dieci giorni fa sembrava impossibile…

A sua volta Letta usa toni quasi lirici: “Voglio ringraziare Graziano Delrio e Andrea Marcucci che hanno aiutato ad arrivare alla soluzione di due donne, brave e competenti, alla testa dei gruppi del Pd. Ringrazio anche Marianna Madia e tutte le parlamentari. Sembrava impossibile dieci giorni fa, ora ci siamo“. Sì, ma anche basta con i toni trionfalistici per una finta svolta che non ha nulla di storico né di originale. Anche Forza Italia ha avuto due capigruppo donne, e non ci sono state paginate di giornale e speculazioni filosofiche in merito. Serracchiani non è Kamala Harris, non è che è diventata eccezionale perché Letta e Delrio l’hanno voluta a guidare il gruppo alla  Camera. La storia non farà menzione di questa elezione. Dunque sarebbero graditi toni meno elegiaci e più rispettosi dell’emergenza che il paese sta vivendo.

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