Rampelli: “La zona rossa è un fallimento. Ora occorre l’Esercito per evitare gli assembramenti”
«La zona rossa rappresenta l’ennesimo fallimento dei governi Conte e Draghi perché, a un anno esatto dall’esplosione della pandemia, non si è stati capaci di prevenire gli assembramenti che favoriscono l’aumento del contagio. Il virus cammina sulle gambe degli uomini il che significa che non si devono consentire gli assembramenti, anche utilizzando l’Esercito». Lo dichiara in una nota Fabio Rampelli, vicepresidente della Camera.
Fermate gli assembramenti con ogni mezzo
«I luoghi di massimo contagio – prosegue l’esponente di FdI – sono i luoghi delle folle e quindi metro, bus, ipermercati, luoghi dello struscio. E al contrario sono state chiuse le scuole, le palestre e i ristoranti, siti totalmente controllabili. L’assembramento è il primo alleato del Covid 19 ed è evidente che è stato totalmente inefficace il modello organizzativo che, invece di colpire il principale centro di riproduzione dell’infezione, si è accanito su un pezzo insostituibile della nostra struttura sociale ed economica. Continuare su questa strada – conclude Rampelli – è un suicidio».
Sono già iniziate lunghe file ai supermercati a Roma
Gli assembramenti nel week end sono stati una costante per tutte le Regioni in procinto di passare in zona arancione o rossa. Due settimane fa, ha fatto scalpore quanto accaduto a Milano, dove la movida non si è fermata nonostante il timore per il Covid-19 e gli inviti alla prudenza. In Darsena e sui Navigli sono arrivate diverse pattuglie della polizia locale per cercare di gestire il flusso di persone che hanno approfittato del clima mite per l’ultimo aperitivo prima delle nuove restrizioni. Alcuni hanno anche organizzato una sorta di discoteca all’aperto. Si è accesa anche una rissa tra alcuni giovanissimi, presto sedata dall’intervento dei carabinieri. Ma gli assembramenti si sono registrati in ogni parte della penisola, praticamente in ogni fine settimana. Domani allerta massima, dunque, soprattutto a Roma, dove già si registrano lunghe file ai supermercati.