Salvini: «Stop alla giustizia-tritacarne. Palamara non era un caso isolato, c’era un sistema di bugie»
Salvini sulla Giustizia, urge la riforma del «modello Palamara: un sistema di aiuti e bugie». Lo ha ribadito ogi dal pulpito della Scuola politica della Lega. E corollario di quanto sostenuto ieri nella trasferta siciliana per il processo Open Arms, quando il leader leghista ha commentato: «Lascio che siano i giudici a giudicare se un ministro che ha difeso i confini del suo Paese merita 15 anni di carcere. O se lo merita qualcuno che ha messo in pericolo la vita di migliaia di persone. Sono l’imputato più tranquillo della faccia della terra». E chi si aspettava di vedere un Salvini prostrato e già sconfitto dopo la richiesta di rinvio a giudizio con cui è uscito dall’Aula bunker dell’Ucciardone è rimasto deluso. Il leader della Lega ha preso la decisione dell’Aula con ottimismo e serenità, anche se, tra le righe delle prime dichiarazioni rilasciate a caldo, è evidente il rimando alla necessità, sempre più impellente, di una riforma della giustizia che, come ha ripetuto a mo’ di mantra negli ultimi anni, deve essere «importante. Vera. Pesante. Significativa. E che dimezzi davvero i tempi del processo penale». Perché, ha spesso ribadito Salvini, «non siamo al mondo e al governo per fare le cose a metà»…
Salvini sulla Giustizia: serve la riforma. È un tritacarne, ma se poi vieni assolto…
E così, sorriso rassicurante sul viso, e con l’immancabile avvocatessa Giulia Bongiorno al suo fianco, Salvini al termine della sua trasferta siciliana commenta: «La Procura di Palermo ha chiesto rinvio a giudizio e processo contro di me per sequestro di persona. 15 anni di carcere la pena prevista. Preoccupato? Proprio no. Sono orgoglioso di aver lavorato per proteggere il mio Paese, rispettando la legge. Svegliando l’Europa e salvando vite. Se questo deve provocarmi problemi e sofferenze, me ne faccio carico con gioia. Male non fare, paura non avere». Oggi però, nel day after aggiunge anche: «C’è un tritacarne della giustizia e poi se vieni assolto, come successo a Rixi – l’ex ministro alle Infrastrutture, assolto il 19 marzo scorso in Appello perché il fatto non sussiste, nell’ambito dell’inchiesta per le cosiddette spese pazze, avviata nel 2012, quando era ancora consigliere regionale in Liguria – che non sta al governo per quel procedimento, ci sono 5 righe a pagina 32»…
«Palamara non era un caso isolato: era un sistema di aiuti. Silenzi e bugie»
Magistratura, riflessi in politica, ruolo del media: Salvini non ha dubbi. E rilancia: «Serve una riforma della giustizia ambiziosa e importante». Ne è convinto più che mai il numero uno del Carroccio, tornato a ripeterlo alla Scuola di formazione politica della Lega. Dove nel suo intervento, prosegue sottolineando anche: «Non potrà essere questo il governo che affronta in grande stile i problemi della giustizia, ma il prossimo. Che sarà eletto. E farà una grande, coraggiosa e sistematica riforma della giustizia che rimette al centro il cittadino». Che chiarisca competenze e investiture, limiti e confini tra carriere e campi d’azione. Tra ruolo della politica e ruolo della magistratura. Un reset, insomma, dopo il caos della Procure su cui, ancora poco fa, Salvini ha rilevato: «Oggi in un’intervista il vicepresidente del Csm Ermini dice che Palamara era un caso isolato. Che il modello Palamara erano casi singoli. E no: era un sistema di aiuti. Autotutele. Silenzi e bugie». Tutto da rifare, insomma. E al più presto.