Sgarbi: “Toninelli? Comico come il M5S di cui fa parte”. E umilia il grillino ridendo sotto i baffi (video)

12 Mar 2021 10:10 - di Chiara Volpi
Sgarbi a Toninelli

Toninelli torna nel ruolo che gli è più congeniale: quello di protagonista assoluto dello sberleffo social. Di vittima sacrificale, sistematicamente immolata sull’altare mediatico ad ogni dichiarazione discutibile, ad ogni commento irricevibile: dunque spesso e volentieri. L’ultimo a massacrarlo a dovere, ma solo in ordine di tempo, è stato Vittorio Sgarbi. Il quale ieri, ospite di Paolo Del Debbio a Dritto e Rovescio su Rete 4, ha disintegrato l’ex ministro grillino, volgendo contro di lui gli stessi argomenti che l’interlocutore pentastellato ha provato a utilizzare per colpire il critico. Risultato finale: Toninelli colpito e affondato ancora una volta. Tanto per cambiare…

Sgarbi umilia Toninelli col sorriso sulla bocca

Ci risiamo. Ancora una volta Toninelli prova a tirar fuori gli artigli ma finisce per essere azzannato e fagocitato dall’avversario di turno. Che nello specifico non è poi il primo che passa in tv, ma il celeberrimo re della rissa Vittorio Sgarbi che, invece, ieri sera spiazza i telespettatori che si aspettano da lui fulmini, saette e improperi. E che, invece, assistono alla disintegrazione dell’interlocutore di turno con tanto di sorriso beffardo sulle labbra e parole pronunciate con toni pacati, quasi concilianti. E sì che lo scaltro Del Debbio ha servito la polemica su un piatto d’argento. Condito dall’ingenuità di Toninelli, che discettando contro il critico, candidato sindaco di Roma, prima improvvisa il finto siparietto di una telefonata mai arrivata per provare a sottrarsi al commento. Poi, dopo la ridicola gag, aggiunge anche: «”È un modo per non rispondere perché penso che la cosa peggiore che possa cadere sulla testa di milioni di romani ma penso di tutti gli italiani è un personaggio del genere a capo di una città straordinaria risanata da questa sindaca, Virginia Raggi, e dalla giunta M5s romana. Penso sia sbagliato anche solo parlare di Vittorio Sgarbi», conclude.

Il grillino si inerpica sul terreno dell’ironia che non gli è proprio congeniale

Ma la perizia e il guizzo non sono proprio le prime doti che noteresti in Toninelli. Al contrario, invece, possono essere le armi con cui Vittorio Sgarbi riesce puntualmente a fare a pezzi il nemico di turno. Se poi si tratta dell’esponente grillino, tutto va elevato all’ennesima potenza. E infatti, senza neppure entrare nel merito delle risibili argomentazioni mosse dall’ex ministro pentastellato in difesa dell’operato della Raggi, Sgarbi coi motori al minimo riesce a travolgere il suo antagonista senza nemmeno inveire con epiteti animaleschi o insulti al vetriolo come negli anni ha dimostrato di saper fare. E la cosa rende lo spettacolo anche più godibile e stupefacente.

Toninelli: «Sgarbi ci dà dei paraculi? Una medaglia da appuntare sul petto»

Già, perché nel provare a delegittimare immagine e ruolo del critico d’arte, Toninelli adotta la tecnica del “disconoscimento” e della metafora. Così, quando l’intervistatore gli ricorda che Sgarbi definisce i 5S paraculi, l’ex ministro re delle gaffe replica: «Che sia lui a definirci tali è per me una medaglia da appuntare sul petto». Poi, ingarbugliandosi con la grammatica, aggiunge pure: Penso che sia la rappresentazione umana dell’antitesi di quella che sia la rappresentazione umana dell’essere Movimento 5 stelle». Poi, non pago aggiunge anche: : se i miei bambini mi chiedessero: «Papà cos’è che proprio non dobbiamo fare? gli risponderei: evitate di comportarvi come Vittorio Sgarbi»…

Sgarbi a Toninelli: solo due battute e niente epiteti animaleschi o insulti brutali

Tornati in studio, Del Debbio solletica Sgarbi chiedendogli se, a questo punto, esista un modello antropologico del movimentista pentastellato. E il critico, sorridendo divertito, risponde: «Penso una cosa che lui non può sapere, ma che io so, che i suoi figli ammirano più me che lui. Di solito ai figli piaccio: io ho un temperamento libero, a differenza loro», tuona Sgarbi. Poi prosegue brevemente e conclude: «Parlano solo del M5s, mai di loro stessi. Si riferiscono sempre al movimento fondato da un comico. E se c’è uno che ha le caratteristiche del comico, quello è proprio Toninelli. Non ha bisogno di Crozza». Non gli serve aggiungere altro.

 

 

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