Studio scientifico svela: se sei di destra avrai vita dura all’università e forse non sarai assunto
Ripensando a quanto accaduto nei giorni scorsi a Giorgia Meloni, con quel simposio di accademici dell’Università di Siena che si divertiva a insultarla sul web in un clima da caserma degno di un film con Bombolo e Montagnani, si può arrivare anche a una conclusione ulteriore rispetto alla semplice mancanza di rispetto della cosiddetta intelligentia di sinistra: se sei di destra, in Italia, ma anche all’estero, il pregiudizio culturale è spesso automatico, emarginante, becero e razzista, per molti aspetti.
La destra emarginata dagli intellettuali di sinistra
L’insulto o l’ironia da sinistra scattano al primo accenno di simpatia politica manifestata nei confronti del politicamente “scorretto”. E spesso quella simpatia o quell’anticonformismo politico finisce per penalizzare chi è di destra, o semplicemente non è di sinistra. La conferma arriva da uno studio scientifico uscito ieri su internet per il Center for the Study of Partisanship and Ideology e anticipato dall’autore stesso dell’indagine, Eric Kaufmann sul Wall Street Journal. Uno studio di cui parla oggi un lungo articolo su Libero, secondo il quale l’indagine del professor Kaufmann, canadese che insegna scienza politica al Birkbeck College, della University of London, a proposito di nazionalismo e la demografia, l’identità delle popolazioni bianche e il populismo, dal titolo “non è di destra“, svela scenari di discriminazione evidenti.
All’università non bisogna essere conservatori e citare Trump
“Per la prima volta qualcuno mette sotto gli occhi dell’opinione pubblica le prove del fatto che c’è in atto una censura sistematica contro chi pensa in modo difforme dalla vulgata progressista. Che cosa ha trovato Kaufmann? Ecco alcuni dati: quattro accademici americani su 10 hanno affermato che non avrebbero mai assunto un sostenitore di Trump per un lavoro nel proprio dipartimento. In Canada, la quota è del 45%, mentre in Gran Bretagna 1 accademico su 3 non assumerebbe un sostenitore della Brexit.Tra un quinto e la metà degli accademici e degli studenti laureati sono disposti a non finanziare i progetti accademici orientati a destra. Solo il 41% pranzerebbe con un collega che ha votato per Trump. L’ostracismo non riguarda soltanto i conservatori e i sovranisti: tra le vittime ci sono anche delle femministe che considerano l’essere donna un fatto biologicamente fondato….”, scrive Libero, che conclude.
“L’effetto di questo clima pesante si fa sentire: il 75% degli accademici americani e britannici di area conservatrice (nelle scienze sociali e umane) sostiene che i propri dipartimenti sono ambienti ostili per le loro convinzioni. Di conseguenza solo il 9% dei prof che simpatizzano in qualche modo per Trump dice di sentirsi in grado di esprimere le proprie idee politiche a un collega. In Gran Bretagna solo il 18% degli accademici ammettono di avere simpatie per la Brexit…”. E in Italia? Basta rivedere il video di Gozzini...