Terrore a bordo, capotreno accerchiata, pestata e insultata dal branco. L’ira dei sindacati: ora basta
Terrore a bordo, capotreno accerchiata, pestata e insultata dal branco. L’ira dei sindacati: ora basta. Serve urgentemente un tavolo di confronto con azienda e istituzioni. Dunque, è successo ancora. Nel Bronx della tratta ferroviaria regionale l’ultima vittima di una brutale aggressione è una donna. Una dipendente Trenord, aggredita sabato sera poco prima delle 22 mentre era nell’esercizio delle sue funzioni a bordo di un convoglio tra le stazioni di Milano Lancetti e Milano Villapizzoni. Ma esaurire la questione con la denuncia di una generica aggressione sarebbe davvero riduttivo, considerando quello che la donna ha dovuto subire per mano di un gruppo di delinquenti che si è scagliato contro di lei con «sputi. Insulti. Calci e pugni», che l’hanno costretta a ricorrere alle «cure mediche dell’ospedale più vicino».
Paura a bordo, capotreno pestata dal branco a calci e pugni
Un aggressione vile, compiuta contro una donna: sola a dover fronteggiare un branco di giovani violenti e pericolosi. Che, nascondendosi vigliaccamente dietro il gruppo, ha avuto buon gioco nel rendere impossibile qualunque forma di difesa. Cose che, come anche noi riportiamo spesso, accadono sulla tratta locale del nord, praticamente all’ordine del giorno: con buona pace delle vittime dirette e dei viaggiatori, pendolari, a bordo di convogli trasformati in gironi dell’inferno. Dove immigrati e baby gang la fanno da padroni, seminando violenza e panico.
Un’aggressione feroce: la donna costretta alle cure ospedaliere
L’ultima denuncia, allora, arriva da una capotreno di Trenord. Una donna in trincea, al pari di molti altri colleghi pestati, feriti e mortificati prima di lei. Come loro, anche la dipendente ferroviaria vittima dell’ultima feroce aggressione, ha dovuto opporre resistenza e cedere alla ferocia del più forte. In questo caso un branco di giovani, che l’hanno aggredita sabato sera, costringendola ad affrontare una situazione pericolosa, dalla quale è uscita ferita e, immaginiamo, spaventata. Terrore e ferite che non basteranno le cure ospedaliere, subito approntate per la capotreno, a cancellare e rimarginare. Un ennesimo brutto episodio, anche questo, denunciato in una dei sindacati Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti Uil, Slm Fast Confsal, Faisa Cisal e Ugl Ferrovieri.
La denuncia delle sigle sindacali: serve un tavolo di confronto con azienda e istituzioni
E allora, «oltre ai segni visibili di tale grave fatto, a segnare resta, psicologicamente, la violenza inaudita che ha travolto la giovane collega – sottolinea la nota –. Da tempo i sindacati denunciano tali atti criminali e ingiustificabili, sintomo di gravi situazioni di disagio vissuti nel nostro Paese. E, contemporaneamente, chiedono tavoli di confronto dedicati al tema della sicurezza a terra e a bordo dei treni». Per questo, le sigle sindacali esprimono «solidarietà e vicinanza alla lavoratrice vittima di questa vile aggressione. E invitano con forza istituzioni ed aziende, anch’esse parti coinvolte, ad attivare tutte le risorse possibili affinché si possano riaprire i tavoli di confronto per riportare al centro il tema della sicurezza». Perché, uomo o donna, non cambia, non si può andare a lavorare con la paura di essere aggrediti. Una paura che, sempre più stesso, a bordo dei treni, si trasforma in realtà. Con una sola certezza: succederà ancora. Chi sarà il prossimo?