Torna Letta e il M5S “sbianchetta” cinque anni di offese, da “superporcellum” a “fantoccio” (video)
Enrico Letta è l’ultimo rospo da mandare giù per il povero elettore M5s. Per anni i grillini lo hanno indicato tra i nemici da abbattere. Lo hanno definito “ballista”, “superporcellum”, “collaborazionista dei nazisti”, “chierichetto di De Mita”. E ancora: “il gemello del crack” (l’altro era Alfano). Ma anche “Capitan Findus”, “mantenuto dalla politica”, “pidiellino ad honorem”. L’elenco è variegato.
Ora, gli stessi esponenti che lo hanno insultato, lo portano in trionfo. A cominciare da Beppe Grillo. «Con questi non ci mescoleremo mai». Così rispondeva il fondatore del M5s, all’appello rivolto dall’allora premier incaricato ai capigruppo Roberta Lombardi e Vito Crimi durante le consultazioni alla Camera. Era il 25 aprile 2013, le consultazioni furono trasmesse in diretta streaming, perché all’epoca i pentastellati invocavano “trasparenza” e “onestà”.
Della trasparenza, si sa come è andata a finire. Lo streaming non lo chiedono più. Chissà perché. E nascondono anche quello che gli altri rendevano pubblico. Chiedete ai deputati di Fratelli d’Italia che hanno denunciato l’opacità degli atti secretati da Conte sull’emergenza Covid. Sull’onestà di certi pentastellati, invece, quanti elettori grillini oggi metterebbero un’unghia sul fuoco?
Letta e il M5s: tutti gli insulti che sono costretti a rimangiarsi
Nell’archivio del Blog delle Stelle, l’house organ grillino, l’Adnkronos ha effettuato una ricerca certosina. Riletta adesso, appare esilarante per chi non li ha votati, ma sconfortante e indigesta per tutti coloro che al M5s hanno dato fiducia. Una lettura davvero sfiziosa. Il 10 maggio 2013 un post è titolato “Capitan Findus Letta si tiene i soldi“. Si parla di tagli ai costi della politica: “Un mantenuto dalla politica dal 1996, Enrico Letta, ci fa lezioni di morale”, tuona il Blog. “Non accettiamo lezioni da una persona che si tiene stretta i 46 milioni di euro di rimborsi elettorali del pdmenoelle…”.
Si va poi da “Le mille balle blu di Letta” con tanto di hashtag #LettaMente (5 novembre 2013) a “Letta ballista d’acciaio” (7 novembre 2013), passando per il post “Letta mente sempre due volte”. E ancora: “Letta pidiellino ad honorem” (2 ottobre 2013), “Il ballo del pinguino di Letta con i finanziamenti pubblici ai partiti” (23 luglio 2013), “Letta, facce Tarzan” (26 giugno 2013) – post nel quale l’ex premier viene apostrofato come “il Nipote di suo Zio” (il consigliere politico di Berlusconi, Gianni Letta).
Ma non finisce qui. Il 12 novembre 2013 lo stesso Grillo definisce Letta come “il novello Quisling italiano“, ovvero “il collaborazionista norvegese al servizio dei nazisti durante l’ultima guerra mondiale”. E ancora: il 4 ottobre 2013 Grillo se la prende con i “chierichetti di De Mita“: “I gemelli del crack Letta&Alfano non li ha eletti nessuno, sono stati nominati da Berlusconi e Bersani, da soli non prenderebbero un voto”.
Non è male neanche il post del 9 agosto 2013 “Porcellum e Superporcellum”, accompagnato da un fotomontaggio che vede Roberto Calderoli e Letta raffigurati come maiali. Se fossimo nell’ex ministro leghista, aspetteremmo fiduciosi che Grillo e Di Maio si ravvedano anche su di lui. La legislatura è ancora lunga: arriveranno altri rospi da ingoiare per gli elettori grillini.