Tv, Grillo vuole il bavaglio per i conduttori. Pd in imbarazzo: «Così il M5S torna indietro»
Beppe Grillo ci riprova. L’ultima gag che il comico trasmette da Marte – ne ricordate il casco da astronauta per riportare i suoi sula Terra? – riguarda la confezione del talk show. Roba mica da niente. Quella attuale non gli piace. Non gli piaceva neanche prima, in verità. Ed era il motivo per cui i grillini disertavano le tv. Poi l’embargo rientrò e infatti Di Maio e compagni tracimano dal piccolo schermo. L’effetto, tuttavia, specie negli ultimi tempi, non dev’essere molto incoraggiante se l’idea di tornare sul luogo del misfatto riprende a frullare nella mente di Grillo. Lui, ovviamente, correla la propria sortita alla nuova fase politica. Che sintetizza come MiTe, acronimo semiserio del ministero della Transizione ecologica, nuovo biglietto da visita dei 5Stelle.
Grillo tenta di arginare la crisi dei 5Stelle
«La transizione MiTe – dice infatti – impone un diverso approccio, etico e riguardoso della persona e della sua immagine anche negli spazi televisivi dedicati alla politica ed ai suoi approfondimenti». Un delirio. L’Elevato ne ha per tutti. A cominciare dal conduttore che interrompe, per finire alla pubblicità che incombe, passando per gli ospiti che urlano. Rilievi anche giusti nella sostanza. Ma, si sa, l’informazione è materia ad alta tensione: chi tocca i fili, ne resta folgorato. Non Grillo, che tira diritto e propina il decalogo della tv secondo lui. «D’ora in poi – fa sapere -, chiediamo che i nostri portavoce siano messi in condizione di poter esprimere i propri concetti senza interruzioni di sorta per il tempo che il conduttore vorrà loro concedere».
«Non inquadrate le scarpe dei nostri portavoce»
E mica è finita. «Chiediamo, inoltre, che i nostri portavoce siano inquadrati in modalità singola, senza stacchi sugli altri ospiti presenti o sulle calzature indossate, affinché l’attenzione possa giustamente focalizzarsi sui concetti da loro espressi. Poche regole, di buon senso oltre che di buona educazione, che se osservate – conclude – consentiranno ai portavoce del M5S di presenziare a trasmissioni televisive con la giusta considerazione e il dovuto rispetto nei confronti dei telespettatori». Ma il buon senso del comico imbarazza il Pd. Per Filippo Sensi, «le regole della informazione di Beppe Grillo segnano un pericoloso ritorno al passato per il suo partito, una inaccettabile intromissione nella libertà di stampa che rivela un riflesso pavloviano dal quale, spero davvero, si libereranno prima o poi».