Vaccini, la Ue nei guai chiede aiuto a Biden. E su AstraZeneca è alta tensione con Londra
L’Unione europea prova a battere qualche colpo sui vaccini per certificare la propria esistenza in vita. Con la speranza di mettere un po’ di paura a Boris Johnson e tanta invece ad AstraZeneca. Domani sera c’è il Consiglio europeo, cui partecipano capi di Stato e di governo Ue. Vi si collegherà anche Joe Biden per riannodare il filo diplomatico dei rapporti con l’Europa alquanto stressato nell’era-Trump. Al nuovo presidente Usa, l’Unione chiederà una mano concreta sui vaccini. L’obiettivo è convincerlo ad estendere al Vecchio Continente l’accordo sulla licenza dei farmaci così da consentire la produzione di fiale nelle fabbriche europee. Oggi è invece il giorno di Ursula von der Leyen. La presidente della Commissione vuole liberarsi dall’accusa di aver disarmato la Ue nei confronti delle Big Pharma, in particolare di AstraZeneca.
Domani il presidente Usa si collegherà con il Consiglio Ue
I contratti stipulati imbarcano acqua da tutte le parti e stanno creando problemi di tipo politico-commerciale. Soprattutto con Londra. Per farlo, Bruxelles si doterà di un regolamento che le consentirà di bloccare l’export di vaccini verso la Gran Bretagna. fino a quando Londra non autorizzerà le proprie fabbriche ad esportare verso il continente. E qui entra in gioco AstraZeneca. Ha fornito all’Europa appena il 40 per cento delle dosi ordinate, privilegiando altri approdi. Oggi ha provveduto il capogruppo del Ppe a Strasburgo, Manfred Weber, ad attaccare il gruppo anglo-svedese accusandolo di «non rispettare i contratti con la Ue» per «privilegiare altri Paese». Esattamente il motivo che spinse Mario Draghi a bloccare 250mila di fiale in viaggio verso l’Australia.
AstraZeneca ancora nell’occhio del ciclone
Ora la Von der Leyen vuol rendere la norma utilizzata dal premier italiano ancor più dentata, introducendovi appunto i criteri di «reciprocità e proporzionalità». Import-export “da” e “per” la Ue andranno di pari passo. E sarà possibile bloccare le spedizioni verso Paesi con un tasso di vaccinazione più alto dell’Unione. Il dossier è delicato perché non tutti gli Stati membri sono disponibili all’escalation. Da una parte, infatti, ci sono Italia, Francia e Germania e, dall’altra, Olanda, Belgio, Irlanda, Danimarca e Svezia che temono ritorsioni britanniche. L’art. 122 prevede infatti il blocco generalizzato dell’export, confisca delle fabbriche o delle dosi. Una “bomba atomica” che la Von der Leyen non sgancerà mai, ma che spera possa indurre Johnson, AstraZeneca e Big Pharma a più miti consigli. In fondo, non inventa niente. Sono millenni che il “se vuoi la pace prepara la guerra” regge il mondo.