Vaccini, Meloni: «Vogliamo la verità sui contratti con le case farmaceutiche. Basta omissis»
Omissis, capitoli secretati, opacità. Giorgia Meloni torna a chiedere la massima chiarezza sui contratti di acquisto dei vaccini Pzifer e Moderna da parte di Bruxelles. La pubblicazione sul sito della Commissione europea non dipana i dubbi.
Meloni: vogliamo chiarezza sui contratti di acquisto dei vaccini
“I documenti sono però coperti da moltissimi omissis“, denuncia la leader di Fratelli d’Italia. “E sono tanti i capitoli che rimangono segreti. Dalle deroghe ai prezzi, dalla responsabilità giuridica agli indennizzi”. È scandaloso, conclude la Meloni. “Chiediamo piena trasparenza e presenteremo in Europa un’interrogazione per averla. I cittadini italiani ed europei meritano risposte”.
L’Ue non si è garantita tempi certi sulla consegna
I contratti stipulati dall’Ue con i colossi farmaceutici hanno subito destato molti dubbi. Confermati dalla segretezza delle ‘operazioni’. Impossibile visionare i testi. Quel poco che è venuto alla luca dimostra l’inadeguatezza e l’incapacità della Ue di farsi valere nella contrattazione. Che non si è garantita tempi certi sulla consegna. Anche sui brevetti la Ue ha ceduto alle case produttrici. Nonostante i paesi europei siano stati i primi ha finanziare la ricerca sui vaccini anti-covid, i brevetti restano di proprietà delle compagnie. Che scaricano, così, sulla Commissione il rischio finanziario in caso di vizi segreti e di reazioni avverse.
La debolezza geopolitica di Bruxelles
Molto diverso, per esempio, il caso degli Stati Uniti. Lì il brevetto del vaccino di Moderna è per metà pubblico, visto il massiccio finanziamento del governo. In Europa sono tutti privati. Sono almeno due gli errori commessi da Bruxelles che causato ritarti e allontanato l’obiettivo della vaccinazione di massa. “Ha firmato contratti poco chiari con le case farmaceutiche e ha atteso troppo tempo prima di firmarli”, ha denunciato l’europarlamentare di FdI, Carlo Fidanza. “Facendosi così sorpassare da altri paesi ha dimostrato ancora una volta la sua debolezza geopolitica”.