Voto ai 16enni, Mannheimer smaschera l’ipocrisia Pd: «Potrebbero ricavarci qualche consenso»
È un tema «divisivo», quindi «forse non risulta così importante in questo momento». A commentare la proposta del voto ai 16enni lanciata da Enrico Letta è stato il sondaggista Renato Mannheimer, che dà prima di tutto una lettura professionale. «Credo che in termini di consenso – ha detto – si andrebbe a favorire la crescita dell’area di centrosinistra». Ecco, dunque, spiegato perché, in un momento come questo, il neo segretario Pd si è messo a tirare fuori un argomento che di questi tempi proprio «non risulta all’ordine del giorno», come sottolineato dallo stesso Mannheimer.
«La maggior parte si asterrebbe»
«Lo scenario con il voto ai sedicenni? Difficile da dire, credo che si comporterebbero come i diciottenni, la maggior parte si asterrebbe, perché sono confusi», ha spiegato prima di tutto Mannheimer, parlando con l’agenzi di stampa Adnkronos. «La confusione è il dato che qualifica» i più giovani, «quello che provano – ha aggiunto – rispetto alla politica, che per loro implica la difficoltà di scegliere».
Ma la sinistra potrebbe ricavarci qualcosa
Epperò, per Mannheimer con la quota residuale di ragazzi che non si asterrebbero «credo che in termini di consenso si andrebbe a favorire la crescita dell’area di centrosinistra».
Il voto ai 16enni «è un tema divisivo»
Quanto all’opportunità di mettere sul piatto una proposta di questo tipo, invece, il sondaggista non sembra nutrire troppi dubbi. Per Mannheimer «quello del voto per i sedicenni è un tema divisivo, molto popolare tra alcuni, mentre per altri non lo è. Quindi, forse – ha concluso – non risulta così importante, all’ordine del giorno». Insomma, ancora una volta da sinistra è arrivata l’ennesima proposta utile solo a cercare di tenersi a galla con tutti i mezzi, anche se questo vuol dire rischiare di aprire un’ulteriore diatriba nel Paese, dove evidentemente gli appelli all’unità sono buoni solo quando servono a restare al governo.