25 aprile, bacchettate al governatore del Molise Toma: non si ricorda delle marocchinate?
Ci risiamo. Ogni volta che ci si approssima al 25 aprile soprattutto, cominciano agiografie e demonizzazioni mirate, strumentali a stravolgere la storia e le sue vittime: specie se si parla di “Marocchinate“. Così, ancora una volta, si torna a parlare dello scempio compiuto dai goumier marocchini. Autori di una violenza fisica di massa. Di una carneficina inferta a suon di stupri, inflitti a svariate migliaia di individui di ambo i sessi e di tutte le età, ma in prevalenza donne. Una pagina efferata della nostra storia che, in quel capitolo di dolore e sangue della Seconda guerra mondiale, annovera sotto la dicitura “Marocchinate“, anche esecuzioni coatte degli abitanti delle zone sottoposte a razzia e violenza. Crimini indicibili, che il governatore del Molise, Donato Toma, rinnega in dichiarazioni pubbliche che il presidente dell’Associazione Nazionale Vittime delle Marocchinate, Emiliano Ciotti, sente il dovere civico e morale di contestare e rispedire al mittente.
Marocchinate: il governatore del Molise, Donato Toma, esalta le gesta dei goumier
«Il presidente della Regione Molise, Donato Toma – sottolinea allora Ciotti – ha rilasciato un comunicato stampa in vista del 25 aprile, dove sono esaltate le gesta, tra gli altri, dei “soldati algerini. Tunisini. Senegalesi e goumier marocchini di etnia berbera – sostiene Toma –. Uniti contro la barbarie e per dare all’Italia le libertà negate dal ventennio fascisti”. Peccato – ribadisce il presidente dell’ANVM – che i soldati coloniali francesi, e in particolare i goumier marocchini, si siano macchiati di innumerevoli casi di stupro. Violenza e ruberie, ai danni della popolazione civile italiana. Anche in territorio molisano».
Emiliano Ciotti insorge: i soldati marocchini stuprarono anche in Molise
Non solo. Proseguendo nella sua risentita recriminazione, Ciotti rileva che: «Il presidente Toma dimentica o non conosce i delitti commessi da questi soldati durante la Campagna d’Italia. Moltissimi furono i casi di violenze carnali, ai danni di donne, ma anche di uomini, conosciuti con il termine “Marocchinate”», prosegue lo scrittore dell’Anvm. Che è anche autore di diversi libri sull’argomento. «Il Molise ha pagato il suo tributo di dolore a questa soldataglia. Infatti, il Corpo di Spedizione Francese in Italia ebbe il suo quartier generale a Venafro (Isernia), e anche in territorio molisano avvennero fatti di questo genere. L’occasione buona per ricordare le vittime dei coloniali francesi – conclude Ciotti – è la Giornata Nazionale in Memoria delle Vittime delle marocchinate, che si terrà il 18 maggio prossimo in molte città italiane. E alla quale, fin d’ora – incalza Ciotti – invitiamo a partecipare il presidente Toma».
Marocchinate, uno scempio che ha investito un Paese intero
Perché non solo non dobbiamo dimenticare, ma anche correggere mistificazioni e negazionismi su una tragedia che ha colpito un Paese intero. «Le violenze contro i civili italiani – ricorda appunto Ciotti – iniziarono con lo sbarco in Sicilia nel luglio 1943. Proseguirono in Campania, nelle province laziali di Frosinone, Latina, Roma e Viterbo». E ancora: arrivarono fino «in Toscana, nel Senese, nel Grossetano e nell’isola d’Elba. Per terminare alle porte di Firenze a fine luglio 1944». E, come ricordato sempre da Ciotti poco sopra: «Vari episodi di violenza sono segnalati anche in Molise, Puglia e Sardegna». Inammissibile sbagliarsi. Inaccettabile negare. Impossibile dimenticare.