Astrazeneca, è caos. Ognuno dice la sua. E ora in tanti ora rifiutano il vaccino
È caos sul vaccino Astrazeneca. Ognuno dice la sua. Gli esperti non chiariscono davvero la faccenda. E la sostanza del discorso, aldilà delle chiacchiere, è che la trombosi può capitare ma il rischio è minore del vantaggio. La conseguenza è che in tanti, ora, rifiutano il vaccino.
Dopo le valutazioni dell’Ema sul legame tra il vaccino e le trombosi rare – ma possibili – il ministero della Salute aggiorna le raccomandazioni sul vaccino di Oxford, il cui uso è ora preferenziale negli over 60 del nostro Paese.
E dice che anche nella seconda dose si può somministrare Astrazeneca. Esattamente il contrario di quanto detto fino a qualche giorno fa dagli esperti che suggerivano di utilizzare altri vaccini per la seconda dose.
Nel documento, firmato dal direttore generale Prevenzione del ministero della Salute, Gianni Rezza, si conferma anche che, “in virtù dei dati ad oggi disponibili, chi ha già ricevuto una prima dose del vaccino Vaxzevria (così si chiama ora Astrazeneca al quale è stato prudenzialmente modificato il nome, ndr) può completare il ciclo vaccinale col medesimo vaccino”
Di fatto Ema, l’Agenzia Europea per il farmaco, ha ritenuto possibile un legame fra il vaccino AstraZeneca e casi, molto rari, ci tiene a precisare, di trombosi.
L’Ema, pur riconoscendo un possibile legame tra i casi eccezionali di trombosi e il vaccino anglo-svedese, non aveva ritenuto di sconsigliare le somministrazioni per genere o fasce d’età, poiché i benefici complessivi del vaccino nella prevenzione di Covid-19 superano i rischi degli effetti collaterali“, demandando ai singoli Stati la decisione sull’uso del vaccino.
Ora arriva la circolare del ministero guidato da Speranza.
“Al momento non ci sono elementi per non considerare la somministrazione di AstraZeneca in chi ha ricevuto la prima dose di questo vaccino“, ha detto il professor Franco Locatelli, coordinatore del Cts – il Comitato tecnico scientifico di cui si serve il governo – e presidente del Consiglio superiore di sanità.
La decisione del ministero italiano, in conseguenza delle valutazioni dell’Ema, cambia il piano vaccinale. Resta da vedere quante persone, ora, si faranno convincere sulla base di un ragionamento – rischi contro benefici – che non può essere definita confortante.
Già sono iniziate le prime defezioni. Dopo il tira e molla su AstraZeneca l’accettazione è difficile, ammette il virologo Pregliasco. Che aggiunge: “Ema pilatesca, su AstraZeneca, serve linea comune”.
“Siamo molto preoccupati per la questione dei vaccini AstraZeneca: il problema è rilevante. Capita di dover convincere le persone perché hanno paura e una parte di esse comunque rinuncia. Preferisce andare via”, svela ad Adnkronos, il presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio.
“Ci sono defezioni – continua -. Del resto la lunga discussione sulla sicurezza di questo vaccino, in corso da settimane, a livello nazionale ed europeo non aiuta, anzi. Ha creato confusione e una situazione oggettivamente complicata. Non metto in discussione gli esperti di Aifa ed Ema, certo è che però si sono susseguite letture diverse: prima AstraZeneca è stato consigliato per le persone sotto 55 anni, adesso per quelle over 60 e ciò lascia perplessi. Vista la situazione che si è creata – prosegue Marsilio – non basteranno generiche rassicurazioni. A livello nazionale bisogna procedere con una seria campagna di informazione sanitaria“.
Il 40 per cento delle persone prenotate per il vaccino Astrazeneca non si è presentato al centro vaccinale a Potenza, presso la tensostruttura, nello scorso fine settimana.
Circa 250 persone su un totale di 620 hanno mancato l’appuntamento, si tratta prevalentemente di personale scolastico di vari Comuni della provincia e agenti dei comandi di Polizia locale.
Per coloro che non si presentano all’appuntamento, non è previsto un richiamo da parte della Asp, trattandosi di scelta su base volontaria.
E’, finora, tra il 20 e il 30% la percentuale di rinunce al vaccino AstraZeneca nell’Hub dell’Azienda per la Tutela della Salute allestito alla Fiera di Cagliari: “le defezioni si sono registrate soprattutto tra il personale della scuola”, spiega all’AdnKronos Gabriele Mereu, il responsabile del centro vaccinale.
“Apriamo ai 70enni perché l’adesione della fascia tra i 75 e 79 anni, è inferiore al previsto. La causa è Astrazeneca“, ha smesso anche il direttore generale al Welfare di Regione Lombardia, Giovanni Pavesi, in audizione in commissione Sanità.
Quello di Astrazeneca è “un percorso un po’ ad ostacoli che supereremo”, aggiunge Pavesi. È “un bel problema” perché “se un 80enne che si è prenotato rifiuta il vaccino Astrazeneca non so come dobbiamo comportarci, onestamente. Ci stiamo pensando, per il momento lo mettiamo in coda“.
“Sono tanti i cittadini che devono fare il vaccino AstraZeneca ma che arrivano all’hub con fascicoli pieni di documentazione medica da cui emergono diverse patologie. Ad esempio, gente che dice di soffrire di choc anafilattici. A quel pinto, il medico non è nelle condizioni di potere fare il vaccino e questo ci mette in difficoltà“, rivela all’Adnkronos Alberto Firenze, responsabile dell’hub vaccinale di Messina.