Conte prova a mettere una pezza sulla sfuriata di Grillo: Beppe è sconvolto, ma la vittima va rispettata
Dopo un lungo silenzio, Giuseppe Conte interviene sul caso Grillo e prova a metterci una pezza a colori. «Comprendo le preoccupazioni e l’angoscia di un padre, ma non possiamo trascurare che in questa vicenda ci sono anche altre persone. Che vanno protette, e i cui sentimenti vanno assolutamente rispettati. Vale a dire la presunta vittima: la giovane ragazza direttamente coinvolta nella vicenda, e i suoi familiari che stanno vivendo anche loro momenti di dolore e sofferenza». Così l’ex premier e capo politico in pectore del M5S, Giuseppe Conte, interviene sul video di Beppe Grillo sulla vicenda giudiziaria del figlio Ciro.
Intemerata di Grillo, Conte prova a metterci una pezza
Un garbato e velato richiamo all’ordine, il suo, che nell’ovvietà della sottolineatura, cozza contro chi, già da molte ore ormai prima dell’intervento dell’ex premier, ha rilevato altrettanto lapalissianamente, come il dolore di un padre non giustifichi comunque l’aggressione verbale indirizzata a una ragazza che denuncia una violenza. E che non risolve certo i dubbi e le invettive arrivate all’indirizzo di Grillo per la virulenza delle sue parole. E per l’ipocrisia ostentata nel ricorso a una doppia morale, utile solo a giustificare l’inopportunità del suo intervento, sostenuto nella doppia veste di genitore che però, guarda caso, è anche un politico. Di più: il fondatore di un movimento politico che si voleva immune al compromesso e popolato di alfieri stellati dalla fedina penale immacolata. Un movimento che della verginità politica ha fatto una clava da usare contro il nemico di turno e una bandiera da far sventolare alta nel cielo dell’antipolitica. Utopie che non hanno retto alla prova del fuoco e a cui ieri Grillo ha inferto l’ennesimo colpo di grazia.
Conte: “Beppe è sconvolto ma la vittima va rispettata”
E allora oggi, il rumoroso silenzio di Conte e Di Maio sul caso, prima. Come le generiche osservazioni arrivate in zona Cesarini dall’ex premier, poco fa, non possono non indurre a leggere tra le righe. A far appurare anche ai meno smaliziati e ai più ortodossi proseliti del rito a 5 stelle, cosa sia diventato oggi il Movimento. Nonostante Conte tenti la disperata impresa di mettere un pannicello caldo sopra il virulento intervento video di Grillo di ieri. Rispolverando teoriche convinzioni e slogan propagandistici della prima ora. Tutto brutalmente smentito dalle ultime esternazioni di Grillo. E non solo in materia di giustizia e di violenza sulle donne. Ma ad ogni passo del suo incedere nel tentativo di rifondazione del M5S. Nella fase 2.0. post Casaleggio, dopo l’addio all’associazione Rousseau, e le tante, troppe, fronde fratricide. Una rifondazione che ieri, dopo il caos scoppiato in faccia a Conte della clausola sul doppio mandato, si arresta di fronte allo scempio compiuto dal padre nobile dei pentastellati in difesa del figlio.
Il crollo del mito della verginità politica e della bandiera del purismo grillino
«In questa vicenda – prosegue allora correndo ai ripari Conte – vi è poi un principio fondamentale che non possiamo mai perdere di vista: l’autonomia e il lavoro della magistratura devono essere sempre rispettati. Perciò anche in questo caso attendiamo che i magistrati facciano le loro verifiche». Un discorso fatto a nuora perché suocera intenda. Che, non per niente, l’avvocato del popolo conclude con una tirata retorica che suona più come una esortazione che come un memento. «Con il Movimento 5 Stelle mi accomunano da sempre queste due convinzioni – ribadisce allora Conte – : di ritenere indiscutibile il principio dell’autonomia della magistratura. E di considerare fondamentale la lotta contro la violenza sulle donne. Una battaglia che abbiamo sempre combattuto in prima linea. Basti ricordare le norme sul codice rosso quando abbiamo condiviso la responsabilità di governo. Questi principi continueranno a informare la nostra azione politica e le nostre battaglie culturali». Resta solo da capire, in tutto questo bel discorso, da parte stia Beppe Grillo.