Draghi incontra la Lega: “Basta dispetti tra i partiti di governo”. La replica: “Lo dica ai membri del Pd”
Draghi incontra la Lega. E prima ancora che aprire a suggerimenti e modifiche utili a emendare il testo del Piano per i fondi europei, con la delegazione guidata dal ministro Giancarlo Giorgetti, affronta la spinosa questione dell'”unità nazionale“. Il tema all’ordine del giorno. Quello per cui il premier ha avviato una serie di incontri con tutti i gruppi parlamentari, è il Recovery plan: un programma da 191 miliardi da inviare a Bruxelles entro il 30 ottobre. Ma, sullo sfondo, altre recriminazioni e dissidi dentro e fuori i partiti della maggioranza si fanno sentire. Un clima non propriamente disteso, quello tra Lega e governo, che l’assenza di ieri al vertice di Matteo Salvini sembrerebbe confermare. Nonostante la smentita veemente del Carroccio che, con Giancarlo Giorgetti, ha rispedito al mittente rumors e dubbi. Anzi, di più: da via Bellerio, fonti del partito insistono a dire che tra Draghi e il leader della Lega, non ci sarebbe nessun problema…
Draghi incontra la Lega
Eppure, prima ancora di affrontare la materia economica, al vertice dei punti all’ordine del giorno, il premier ha esordito con un’esortazione a rispettare il clima di unità nazionale. Una sollecitazione con cui Draghi ha invitato a evitare le critiche, le polemiche e i dispetti tra le forze politiche che fanno parte della maggioranza. Un auspicio, quello rivolto dal presidente del Consiglio alla Lega, a concentrarsi sui temi comuni dell’agenda di governo. A cui la Lega ha replicato, sottolineano fonti del partito, rilevando la correttezza del proprio operato (lo dimostra il numero limitato di emendamenti al dl sostegni). Ma anche evidenziando agli occhi del premier «gli attacchi. Gli insulti. E le provocazioni quotidiane di segretario, ministri e dirigenti del Pd».
I malumori del Carroccio e l’appello all’unità del premier
E a proposito di malumori, secondo quanto riferito dall’Adnkronos, durante l’incontro non sarebbe stato toccato invece il tema del ministro Speranza, oggetto delle critiche ripetute di Matteo Salvini (ieri intervenuto solo telefonicamente). «Non abbiamo chiesto la sua testa», ha tagliato corto all’uscita di Palazzo Chigi, Riccardo Molinari, capogruppo alla Camera. Ma, ha aggiunto poi: «Sul Recovery riteniamo che la delega al governo non sia in bianco. Capiamo che i tempi siano stretti. Ma vogliamo dare indicazioni, anche sulle proposte raccolte dalle Regioni», ha spiegato Molinari. Quelli del decreto imprese «saranno 40 miliardi da destinare con un criterio nuovo. Abbiamo proposto di andare a risarcire non sulla base del fatturato, ma sul mancato introito. Segnale fondamentale – ha concluso Molinari – che permette alle imprese di ripartire. Poi, sulla mozione di sfiducia di Fdi, il capogruppo leghista alla Camera ha chiosato dicendo: «La leggeremo».
La Lega a Draghi: «Il miglior ristoro è la riapertura»
Ma il tema dei ristori e dei sostegni alle imprese è, si sa, strettamente correlato a quello delle riaperture. Un tema che, nei giorni scorsi e non solo, ha riacceso la piazza e scaldato gli animi del Belpaese. Anche per questo, ha quindi spiegato a sua volta il capogruppo al Senato della Lega, Massimiliano Romeo: «La lega ha chiesto di allentare le restrizioni. Perché in questo modo si allenterebbero le tensioni sociali che abbiamo visto cominciare a esplodere. Quando le restrizioni durano a lungo, la gente rischia poi di ignorarle», fa notare peraltro incidentalmente il leghista. Che poi ha concluso il suo intervento, rimarcando: «Per noi il miglior ristoro è quello delle riaperture. Certo nessuno dice liberi tutti – ribadisce Romeo – ma bisogna pensare a una graduale riapertura almeno di alcune attività. Magari di quelle all’aria aperta. Come per piscine e ristoranti… Se la cabina di regia lo confermerà – ha quindi chiosato l’esponente leghista – allora non capiamo perché non si dovrebbe poter precedere in quella direzione»...