Festini hard al cimitero di Sezze, spuntano i video. E il custode rubava i fiori ai morti e li rivendeva
Una telecamera a circuito chiuso in ogni stanza per riprendere i rapporti sessuali delle donne fatte mercificare in casa sua di volta in volta con personale delle forze dell’ordine, meccanici, medici e tecnici. Questa è l’ipotesi degli inquirenti dopo il ritrovamento di strumenti video da parte dei carabinieri del comando provinciale di Latina nel corso di una perquisizione nella villa con piscina del custode del cimitero Fausto Castaldi adiacente al camposanto monumentale di Sezze.
Al cimitero di Sezze un mercato a luci rosse
Telecamere che nell’ipotesi investigativa riprendevano e registravano ogni prestazione delle donne proposte ai suoi “contatti” dal custode, il quale non avrebbe mai chiesto soldi quanto piuttosto favori, concessioni, sconti che potevano riguardare interventi sulle proprie auto o, perfino, la manutenzione della propria caldaia. E una di queste telecamere, montate perfino in camera dello stesso Castaldi, immortala il custode sdraiato sul letto a contare banconote.
Nelle carte dell’inchiesta sui presunti festini al cimitero di Sezze i magistrati ipotizzano che il custode si sia appropriato, in concorso con il figlio (entrambi accusati di peculato) anche di ingenti quantitativi di legname (circa 52 quintali) derivanti dal taglio di alberi, cipresso e quercia, presenti nel campo santo e che rivendevano a privati.
I favori che chiedeva il custode
A riscontro di questa ipotesi i carabinieri allegano le intercettazioni e i servizi di osservazione e pedinamento che certificherebbero almeno tre trasporti a un privato per un totale di circa 30 quintali di legna e per i quali sul custode del cimitero si sarebbe avvalso del figlio e di uno straniero. In una conversazione con l’ex moglie, Castaldi si propone per raggiungerla con un motocarro: “No, io la tengo già tagliata e spaccata, capito? Se deve solo caricare… mo’ se trovo qualcuno che ce le va a carica’ e ci da’ na mano ce li mando a carica'” dice. Gli inquirenti annotano che sono stati identificati anche altri acquirenti, e che hanno riferito l’acquisto del legname dal custode al prezzo di 10 euro, consapevoli della loro provenienza dal cimitero.
Il continuo furto dei fiori ai defunti
Non solo compravendita di loculi e legname, non solo festini e prestazioni sessuali in casa riprese da telecamere nascoste: nell’ordinanza di applicazione delle misure cautelari del 3 marzo scorso, il giudice per le indagini preliminari Giuseppe Cario ipotizza una forma di peculato nei confronti del custode del cimitero anche riguardo all’appropriazione dei fiori che allestiscono le esequie o le sepolture. Il custode avrebbe infatti sottratto gli omaggi floreali dei parenti dei defunti per dirottarli all’esercizio di rivendita a Sezze della sua amante.
Entrambi, sempre secondo l’ipotesi d’accusa, avrebbero sottratto corone, cuscini, copri bara per riciclarli per addobbi funebri e floreali. I due in più occasioni avrebbero spogliato dei fiori le tombe dei defunti appena celebrati o comunque lasciati dai parenti nella chiesa del cimitero per poi rivenderli per il confezionamento di ulteriori addobbi funebri e floreali. In una intercettazione del 10 febbraio 2019, in particolare, la titolare del vicino negozio di fiori riferisce al Castaldi che per il giorno successivo dovrà consegnare dei fiori per un funerale e gli chiede se nel cimitero ci sono dei fiori, altrimenti sarà costretta ad acquistarli al vivaio. L’uomo le risponde di essere sicuro di averli, considerato che, quel giorno e il giorno prima, erano stati celebrati due funerali.
Il suicidio che può fruttare soldi
Sempre nell’ordinanza di custodia cautelare è scritto che il 23 maggio 2019 il Castaldi comunica al figlio dell’amante che si è verificato un decesso (“s’è buttato uno dal balcone a Santa Maria”) prospettando al ragazzo l’occasione di guadagno ( “ti guadagni cinquanta sessanta euro”) il quale può riciclare i fiori già presenti al cimitero in occasione di tale decesso per il quale il custode fornisce il suo contributo all’appropriazione (“già l’ho detto a tua madre … qua hanno portato un po’ di fasci di robba de fiori .. già tre – quattro l’ho fatti, l’ho ammucchiati tutti là … quindi se tu la fai scendere e già riempiamo quel secchione grosso con tutti i fiori… che già ti guadagni cinquanta sessanta euro”). Per gli inquirenti il riferimento è evidentemente ai fiori presenti nel cimitero sollecitando il ritiro degli stessi perché sta per chiudere il cancello.
E ancora. Il 21 febbraio 2019 – si legge sempre nell’ordinanza – la titolare del negozio di fiori riferisce a Castaldi la necessità di 10 rose bianche per una cliente. Per soddisfare la richiesta il custode li preleverà dai vasi delle tombe. Al riguardo, la donna suggerisce di sottrarre le rose bianche dall’addobbo floreale al defunto appena tumulato “quello che è morto, quello la che la mamma non ha una lira, che mi hai detto tu”.