“Guai parlare bene di Zaia”: l’Oms voleva “cancellare” il governatore per “assolvere” Speranza
Proteggere gli errori e le omissioni del governo Conte ed evitare di elogiare Luca Zaia, all’epoca il governatore più reattivo nel fronteggiare la prima ondata del Covid. Questo stanno ricostruendo le carte in mano degli inquirenti di Bergamo. Lo rivelerebbero alcune carte che ha evidenziato il Giornale oggi in edicola. “La preparazione dell’Italia per affrontare la pandemia era più teorica che pratica, con pochi investimenti per tradurre delle intenzioni in misure concrete”. Questo uno stralcio che il direttore aggiunto dell’Oms, ed ex direttore generale della Prevenzione al ministero della Salute, Ranieri Guerra ha cancellato dal rapporto dell’Organizzazione mondiale della sanità. Questo è uno dei molti documenti in mano ai pm della Procura bergamasca che stanno cercando di ricostruire la catena di lunghe inadempienze e omissioni che porta dritta al ministro Roberto Speranza e ai vertici del ministero della Salute.
Quelle frasi che inguaiano Speranza
I magistrati di Bergamo stanno indagando per epidemia colposa il dirigente Oms Ranieri Guerra, colpevole di non aver rivelato ai magistrati guidati da Antonio Chiappani il suo pressing messo nero su bianco l’11 maggio del 2020. Si tratta della versione condivisa del report, scritto dai ricercatori della sede Oms di Venezia guidati da Francesco Zambon. E poi misteriosamente sparito il 13 maggio 2020 dal sito dell’Oms. 24 ore dopo la sua pubblicazione, perché – come hanno scoperto i magistrati – Zambon non ha voluto far sue le modifiche richieste dallo stesso Guerra e Cristiana Salvi, responsabile relazioni esterne Oms.
Guerra voleva edulcorare il report negativo sulla pandemia
Dopo che ne aveva dato la notizia il Guardian, il report fu ritrovato e divulgato ai media da Robert Lingard, il consulente del team legale che assiste i familiari delle vittime della Bergamasca. Guerra, come ormai tutti sanno, voleva edulcorare il report e nascondere la pessima gestione del governo italiano della pandemia, privo di un piano pandemico aggiornato. Ciò che si legge nelle carte dei magistrati è agghiacciante.
Guerra temeva ricadute politiche contro i giallorossi
«Dobbiamo pesare le parole in maniera molto cauta soprattutto se sono scritte e se rimangono in un documento dell’Oms», scriveva Guerra, preoccupato soprattutto per se stesso: tra il 2014 e il 2017 era lui il capo dell’ufficio di Prevenzione del ministero della Salute; ed era sempre lui a dover aggiornare il piano per affrontare un’eventuale pandemia. Scrive il Giornale nella sua ricostruzione che i timori di Guerra riguardavano le ricadute politiche negative: «il documento potrebbe prestare appigli se non adeguatamente formulato» sul governo giallorosso.
Zambon elogiò la sanità veneta
Infatti, come dimostrano le chat in mano ai pm, il report doveva essere concordato con il portavoce del Cts Silvio Brusaferro, il capo di gabinetto di Roberto Speranza; e ovviamente con lo stesso ministro della Salute. Zambon disse no: «alcune cose non possono essere taciute»; lasciò il report senza le correzioni e fu costretto a dimettersi dall’Oms perché nonostante avesse segnalato l’intervento a gamba tesa ai piani alti, nessuno dell’organismo Onu lo sostenne, violando la policy dell’organismo internazionale.
Le frasi da eliminare su Zaia
Consuelo Locati, che guida il team di legali che rappresenta le vittime della Bergamasca sostiene che tale documentazione “è la prova ulteriore e documentale che chi doveva fare non ha fatto; e quindi ha grosse responsabilità istituzionali per violazione di legge, oltre che di eventuali responsabilità penali, alle penserà la Procura». Anche Cristiana Salvi segnalò a Zambon alcune frasi da eliminare. Tra queste – rivela il Giornale – una delle frasi che secondo la Salvi avrebbe potuto essere “scomoda” per il governo Conte era l’elogio del governatore del Veneto, Luca Zaia, per l’ottima gestione della prima parte della pandemia.
Zambon infatti attestò i meriti e le capacità del governatore leghista e diede merito al sistema di sanità pubblica più forte e alla sua capacità di sensibilizzazione della comunità: («stronger public health network and community outreach capacity»). Troppo. Una frase che secondo la Salvi era “potenzialmente offensiva dal punto di vista politico”. Attestare i meriti della regione Veneto e contestualmente le lacune del Ministero della Salute avrebbe incendiato il dibattito politico…. Meglio insabbiare .
Zaia: “Sono allibito”
Morale: non si poteva parlar bene di Zaia: «Potremo sollevare il disappunto del governo, altrimenti». Incredibile. Ricordiamo che all’inizio fu grazie alle intuizioni di Zaia e Andrea Crisanti se il focolaio veneto si spense sul nascere. Eppure non si sono fermati neanche davanti alla malattia e ai morti. Guai a sottolineare un piccolo successo del Carroccio a fronte delle negligenze del governo giallorosso. Zaia di fronte a queste rivelazioni è sconcertato: “Resto allibito. Aver appreso della vicenda, se è vero, è davvero inquietante. Perché stiamo parlando di una pandemia con morti e contagi, un incubo. Quindi – ha concluso Zaia – deve essere fatta chiarezza fino in fondo. E, se tutto sarà confermato, a cose chiuse, credo che una ristrutturazione dell’Oms ci voglia”. Come minimo.